La parlamentare UE della Lega e rappresentante del Piemonte a Strasburgo: “Nella nuova programmazione dei fondi industriali e sociali si ponga fine già da ora a ogni forma di concorrenza inopportuna fra gli Stati dell’Unione, che ci indebolisce nel confronto globale”
Il ritiro dei licenziamenti della Malhe, industria automotive con insediamenti strategici a Saluzzo e La Loggia in Piemonte, rappresenta una bellissima notizia alla quale si deve però accompagnare, fin da ora, l’avvio di un tavolo di livello europeo per una ripresa dell’industria automobilistica su base continentale, perché soltanto così potremo salvaguardare i posti di lavoro, la produttività e la redditività senza sacrificare nessuno di questi fattori alla competizione con gli altri grandi colossi globali a Ovest così come a Oriente della UE. Sarà necessario che si esca definitivamente da una logica nella quale molto spesso si è innescata una impropria concorrenza al ribasso fra gli Stati della stessa Unione per contendersi stabilimenti e unità produttive mentre a venire meno era la nostra competitività a livello globale associata a enormi problemi occupazionali concentrati in specifici territori impossibilitati a riconvertirsi per carenza o assenza di sostegni. Serve un tavolo europeo dell’auto nel quale il Piemonte svolga il ruolo che compete a una regione apripista in questo settore non solo in Italia, e dove le proposte delle Istituzioni locali e del cosiddetto indotto – termine in verità ingeneroso verso una pluralità di piccole e medie imprese molto innovative ma non considerate con dignità nei programmi di intervento – trovino piena cittadinanza sia nella programmazione che scatterà dal 2021, sia nella progettazione ancora attivabile nell’ultimo anno del settennato in scadenza nel 2020.


