A Nord della Siria esiste uno stato che si chiama Rojava ed è per tanti versi uno stato “ideale”

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Immaginate una società in cui uomini e donne sono realmente uguali, in cui le donne vengono normalmente scelte come leader della comunità; dove il rispetto dell’ambiente è fondamentale a tal punto da essere presente nelle leggi e la democrazia diretta viene resa esecutiva nelle strade.

Ora provate a collocare questa realtà nel cuore del mondo islamico.
Si, quella sensazione di meraviglia che state provando è perfettamente comprensibile…

Per il governo turco Rojava è una minaccia, un tarlo che divora i modelli negativi, la prova tangibile che la società perfetta è diversa dal modello comunemente propagandato come unico modello possibile.

Le donne curde hanno combattuto in prima fila contro i terroristi dell’ISIS e adesso sono sotto le bombe dei Turchi, dopo il ritiro delle truppe americane. Ieri sono cominciate le incursioni di terra.

Oltre 60.000 persone hanno lasciato già le loro abitazioni e si rischia di creare una nuova emergenza rifugiati.

È incredibile e inumano, al di là di tutto, che in un mondo proiettato verso un futuro di civiltà globale esista ancora una sfumatura della specie così barbarica: la guerra.

“Quel che sta accadendo in Siria, l’offensiva turca, la negazione dei diritti delle popolazioni locali e del popolo curdo, le morti di civili, tutto questo è inaccettabile e non possiamo voltarci dall’altra parte.” – sono le parole del nostro capo politico, Luigi Di Maio.

Gli occhi muti del popolo curdo sono rivolti a un Occidente che non può restare indifferente e deve condannare l’uso delle armi in Siria ed in ogni parte del mondo!

#NOWAR