A RISCHIO IL 41 BIS PER I MAFIOSI

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Tra 48 ore una decisione della Corte Europea sui diritti dell’uomo potrebbe mettere a rischio le norme antimafia volute da Falcone e il carcere duro per i mafiosi, a seguito del ricorso presentato da un boss (altri 12 lo hanno già fatto). Credo che questa situazione si sia venuta a creare per una duplice ragione. È in corso da anni una delegittimazione degli strumenti di contrasto al fenomeno mafioso e in particolare del regime di 41 bis (carcere duro o ergastolo ostativo) che tanti risultati ha portato nei decenni grazie all’intuizione del giudice Falcone che così aprì la stagione dei collaboratori di giustizia. Molti avvocati difensori di mafiosi da tempo tentano di minare le basi di questo sistema appellandosi alla disumanità di questo regime carcerario che di fatto è l’unico strumento (assieme alla confisca dei beni) ad aver prodotto risultati concreti nella lotta alla mafia. Quindi da un lato è in corso una vera e propria ribellione da parte dei mafiosi, sottovalutata da istituzioni e politica nonostante gli allarmi lanciati da tempo da magistrati e associazioni (come Vittime del dovere), che grazie ad avvocati di primo piano sono riusciti a portare la questione in Europa. E qui arriviamo alla seconda ragione. Gli Stati Europei e le stesse istituzioni europee ancora oggi non hanno piena consapevolezza del fenomeno mafioso. Non ne conoscono a fondo la storia, l’evoluzione, non comprendono il fenomeno da un punto di vista sociologico e non conoscono a fondo neppure la storia dell’antimafia giudiziaria con la conseguenza che non comprendono ancora oggi la funzione degli strumenti di contrasto messi in campo in Italia. Secondo me è per entrambe queste ragioni che oggi rischiamo l’annullamento del 41 bis che sarebbe un fallimento, un disastro, una sconfitta. Dopo aver ucciso i giudici oggi i mafiosi ucciderebbero anche la loro eredità. Non possiamo permetterlo e confido nella capacità del nostro Governo di far valere le ragioni di una storia che ha lasciato dietro di se migliaia di vittime innocenti. Dopo di questo però, bisogna fare un mea culpa per aver abbassato la guardia, per aver sottovalutato, accollarci le nostre responsabilità e iniziare a lavorare in Italia e in Europa per una più profonda e ampia consapevolezza del fenomeno mafioso e dei rischi connessi. La lotta alla mafia DEVE diventare una PRIORITÀ’ dell’agenda politica di qualsiasi governo.