LA LOTTA ALLA MAFIA DEVE ESSERE UNA PRIORITÀ CONDIVISA

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Martedì prossimo, la Grande Camera della Corte Europea dei diritti dell’uomo si esprimerà sull’ergastolo ostativo, uno strumento di legge fortemente voluto da Falcone e Borsellino per sconfiggere la mafia. Infatti, con questo strumento previsto dalla legge 356 del 1992, coloro che sono condannati all’ergastolo, per determinati reati aggravati dalle finalità di mafia o terrorismo, devono scontare l’intera pena in carcere, senza benefici penitenziari, a meno che non decidano di collaborare con la giustizia. Quest’ultimo passaggio è fondamentale per capire l’importanza di questo istituto che è sì punitivo, ma che spinge i soggetti a collaborare con la giustizia e quindi a combattere mafia e terrorismo dall’interno.

La Grande Camera è chiamata ad esprimersi su questo strumento, in seguito alla sentenza della Corte del 13 giugno scorso riguardante il ricorso presentato Marcello Viola (boss ‘ndranghetista condannato a quattro ergastoli per omicidi plurimi, sequestro di persona, occultamento di cadavere e detenzione illegale d’armi), il quale, pur non volendo collaborare con la giustizia, sostiene di avere diritto ai benefici penitenziari in ottemperanza con il concetto di misura rieducativa della pena.

La Corte Europea dei diritti dell’uomo, con questa pronuncia storica, deve dimostrare da che parte sta nella lotta alla mafia. Questo deve essere un passaggio fondamentale per rimarcare l’importanza della lotta alla mafia non solo in Italia, ma in tutti gli Stati di diritto. Così come la mafia si è espansa oltralpe, così deve essere per la cultura dell’antimafia e il diritto. L’Italia ha una delle più efficaci legislazioni nel contrasto alla criminalità organizzata, e l’Europa non deve schierarsi contro chi combatte ogni giorno e senza tregua per farla rispettare.

Come membro della Commissione Antimafia, ma soprattutto come cittadina italiana, mi aspetto dalla Corte una decisione che vada a rispettare in primis il lavoro dei nostri magistrati e delle nostre Forze dell’Ordine, ogni giorno in prima linea nella lotta alla mafia, e che protegga e difenda non solo le vittime di mafia e le loro famiglie, ma anche i collaboratori e i testimoni di giustizia.

Vittoria Baldino