Agli italiani piacciono gli investimenti green ma siano “bollinati”

0
137
ambiente

Gli investimenti green e responsabili piacciono agli italiani, ma attenzione al cosiddetto fenomeno del “green washing”,

Ddell’ecologismo di facciata: servono regole condivise a livello europeo per identificare i prodotti finanziari green autentici. E’ quanto emerge dal secondo rapporto Censis-Assogestioni “Gli italiani e la finanza sostenibile, per andare oltre la pandemia”, presentato al Salone del Risparmio.

Nel dettaglio, il 63,4% degli italiani (il 68,4% tra i giovani, il 71,9% tra i laureati) conosce gli strumenti finanziari Esg basati su criteri di investimento responsabile e il 52,5% sarebbe interessato a metterci soldi (il 72,1% tra i giovani, il 67,2% tra le persone benestanti, il 66,6% tra i laureati). Nelle scelte di investimento l’opzione green piace: per il 63,9% degli italiani rappresentano una opportunità per investire bene. Anche per i consulenti finanziari gli investimenti responsabili attirano più di prima. Secondo l’82,4% la clientela è molto o abbastanza interessata ai prodotti Esg, il 76,9% nota una maggiore attenzione rispetto al periodo pre Covid-19 e il 68,3% li propone con più frequenza.

Il “green” però deve essere autentico e verificato. Gli italiani temono infatti il green washing: per l’84,6% servono regole condivise a livello europeo e strumenti come l’adozione di marchi (ad esempio un bollino) con cui gli investitori possano identificare i prodotti finanziari green. L’80,8%, inoltre, introdurrebbe penalizzazioni per le aziende o i fondi di investimento che non rispettano le finalità ambientali e sociali indicate, dando anche la possibilità agli investitori di recedere subito dall’investimento. Anche per i consulenti finanziari occorre uno scatto in avanti in termini di autenticità e verificabilità, creando a livello europeo un sistema di regole chiare con cui identificare i prodotti Esg (49,6%), attivando parametri (indici, dati) con cui misurare il rispetto delle finalità ambientali, sociali e di governance da parte dei destinatari dei fondi (42,9%), aumentando la trasparenza nelle informazioni e nei regolamenti (26,9%).