Alessandro Di Battista: “Il tema non è Renzi, è il conflitto di interessi”

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Voglio dire a chi ci segue da casa. Se volete fare i soldi non fate politica

Se vuoi fare i soldi vai nelle banche d’affari, prendi i contratti milionari che ti offrono, non ti metti a fare il politico. Chi fa il politico ha questi conti correnti (15.000 euro), non ne ha altri. Se ne ha altri c’è qualcosa che non torna». Matteo Renzi, 17 gennaio 2018.

Negli anni successivi, evidentemente, “qualcosa non è tornato”. Renzi si è arricchito prendendo centinaia di migliaia di euro (in due anni 2,6 milioni) soprattutto dalla sua attività di conferenziere, un’attività politica.

Ha difeso l’Aarabia Saudit (in un momento in cui si veniva a sapere dell’assassinio di Kashoggi deciso dal principe Mohammad bin Salman) mentre le istituzioni di Riad gli bonificavano decine di migliaia di euro per i suoi speech. Ha combattuto contro la revoca delle concessioni ai Benetton mentre la società di Alessandro Benetton lo ingaggiava (quasi 20.000 euro) per tenere un discorso. A me di Renzi interessa poco o nulla. Ho contribuito alla fine della sua carriera istituzionale e ne vado fiero. Ma il tema qui non è lui, è il conflitto di interessi.

Ieri Conte giustamente, sollevava il tema. Ma non si risolverà mai la questione (per me questione principale e che riguarda il lavoro e le tasche degli italiani) se si governa con Berlusconi, Renzi, Draghi etc… mai!

Renzi disse: “Se vuoi fare i soldi vai nelle banche d’affari, prendi i contratti milionari che ti offrono”. Sapete come chi? Come 3 degli ultimi 8 Presidenti del Consiglio tutti passati per Goldman Sachs (Prodi, Monti e Draghi).

Tra l’altro due di questi in lizza per il Quirinale. Banche d’affari che hanno ingaggiato e pagato profumatamente 3 degli ultimi 5 Direttori generali del Tesoro, tecnici pagati dai cittadini e che hanno a che fare con banche d’affari e titoli derivati. Pensate, prima Draghi e poi Siniscalco e Grilli sono passati dal Tesoro alle banche d’affari.

Di Draghi già sappiamo ma anche Siniscalco, lasciato il Tesoro e dopo essere stato scelto da Berlusconi come ministro dell’Economia, venne assunto come vicepresidente di Morgan Stanley. Grilli, anch’egli alla guida del mef nel governo Monti, nel 2014 fu nominato presidente del Corporate & Investment Bank di JPMorgan, la più grande banca al mondo.

Per non parlare di Padoan, ex-ministro dell’economia ora Presidente di Unicredit.I conflitti di interesse e le porte girevoli sono quel che mette più in pericolo la democrazia e l’indipendenza delle Istituzioni. Renzi è uno dei tanti ma le sue balle e la sua ipocrisia ci aiutano a capire uno dei tanti mali dell’Italia, forse il male peggiore!