Alitalia, al danno ora si potrebbe aggiungere la beffa

0
63

“Al danno si potrebbe aggiungere la beffa sulla “partita” Alitalia

Si apprende dalla stampa che lo stallo in cui si trova la nostra compagnia si arricchisce di un ulteriore fattore critico. I biglietti venduti da Alitalia vengono comprati in anticipo, Ita non potrà volare prima della fine di settembre. Per cui è stato chiesto alla CE di poter utilizzare i biglietti di Alitalia anche per Ita, in modo da proseguire le vendite dei biglietti per i voli dei prossimi mesi. Senza alcuna risposta però.

Questo significa che Alitalia si potrebbe trovare nella situazione, ma come è certo che sia, di rimborsare il venduto non volato, con l’aggravante però di aver terminato la liquidità in cassa, come dichiarato dai Commissari. Il caso biglietti, e le conseguenti situazioni di cash flow azzerato, è soltanto un aspetto di questa annosa “partita” di Alitalia, che però, non dobbiamo dimenticarlo, interessa 11 mila dipendenti, escludendo l’indotto caratterizzato da una numerosità considerevole. La “partita” a Bruxelles è ancora aperta malgrado la serie di annunci di convergenze tra il governo e la Ue per la nascita di Ita. Chiediamo a voce alta la rivisitazione di un’operazione che oggi prevede strascichi sociali ed economici incalcolabili, è semplice comunicare che l’operazione Alitalia non sarà indolore.

Riaprire la trattativa significa rimettere in gioco le attività di volo di Ita, che non possono essere ridimensionate a meno di metà della flotta di Alitalia, così come la riduzione del personale. Occorre saper fare anche dei passi indietro e riflettere sulle scelte strategiche portate avanti negli anni. La strada intrapresa da questo governo non mette in bella luce la nostra capacità a gestire in maniera razionale e secondo condizioni di mercato un vettore nazionale, chiudendo di fatto Alitalia e facendoci carico dei costi sociali della protezione dei dipendenti che non passeranno in Ita. Ed è una strada sbagliata. Noi riteniamo, invece, che si debba rilanciare Alitalia creandone tutte le condizioni di sostenibilità economica.

Lo si poteva fare col fondo Cerberus ma non lo si è fatto, oggi non è più possibile provarci da soli ma si potrebbe tuttavia perseguire in maniera attiva un’integrazione europea, ricercando un gruppo del quale lo Stato possa divenire azionista utilizzando lo stanziamento di tre miliardi destinato al nuovo vettore italiano in cambio dell’impegno a costruire, a partire dagli asset restanti di Alitalia, una compagnia infragruppo tagliata sulle esigenze di trasporto del nostro paese e di dimensioni sufficientemente elevate.

Questo è quello che noi proponiamo all’attuale governo. Fatti, azioni e misure per sviluppare una nuova compagnia di bandiera perché, è risaputo, che in Europa sopravvivano imprese aeronautiche grandi in Paesi grandi ed imprese piccole in Paesi piccoli ma non vi è altro caso di impresa piccola di tipo tradizionale che sia sopravvissuta in un mercato grande. Il popolo italiano questo lo deve avere chiaro”.

Lo dichiarano dal Dipartimento Nazionale Trasporti di Fratelli d’Italia, il senatore Massimo Ruspandini, responsabile del Dipartimento e Capo Gruppo in Commissione Trasporti al Senato, e Marco Foti, componente del Dipartimento Nazionale e responsabile del Dipartimento Regionale Trasporti della Liguria.