Allevamento. Gibertoni (Misto): “Regione agisca in modo deciso per il rispetto del benessere animale”

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Interpellanza per intervenire in Conferenza Stato-Regioni. “La nuova etichettatura rischia di trasformarsi in una operazione di animal/greenwashing per gli allevamenti intensivi che inquinano e non rispettano gli animali”

La Regione si impegni per criteri che rispondano a un reale “benessere animale” e agisca “decisamente in tal senso”.

Lo chiede, in un’interpellanza alla Giunta, la consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto). La capogruppo del Misto scrive che l’intervento non dovrebbe trasformarsi in “un’operazione di facciata, che, fra l’altro, rischia di danneggiare gli allevatori realmente virtuosi, già impegnati in una vera transizione dei sistemi di allevamento, i cui prodotti verrebbero equiparati a quelli provenienti dagli allevamenti intensivi”.

Tutto questo già a partire dalla Conferenza Stato-Regioni, continua Gibertoni, dove si dovrebbe raggiungere l’accordo sul testo del decreto interministeriale del ministro delle Politiche agricole e di quello della Salute “con il quale vengono attuate le regole e i requisiti per il funzionamento del ‘Sistema di qualità nazionale benessere animale in allevamento” (SQNBA)’ istituito con la legge 77 del 2020, contenuto nel decreto Rilancio”.

Gibertoni ricorda di essere già intervenuta su questo tema con una interrogazione nell’agosto del 2020. I criteri sarebbero già presenti a livello nazionale. I requisiti per la certificazione SQNBA, che dovrebbero “attestare il rispetto da parte delle aziende del benessere animale nella filiera produttiva, garantendo sostanzialmente un trattamento dei capi secondo standard superiori a quelli minimi di legge, sarebbero talmente a maglie larghe da consentire che vi rientrino anche prodotti provenienti, per esempio, da scrofe tenute costantemente in gabbia o da suini a cui è stato praticato il taglio della coda”.

La consigliera sottolinea il problema dell’etichettatura, che, essendo solo volontaria, si presta a non essere trasparente. Questa operazione, conclude la capogruppo, “di applicazione di una nuova etichettatura relativa a un presunto ‘benessere animale’ rischia di trasformarsi in un’ennesima operazione di animal/greenwashing con un bollino per allevamenti intensivi che ormai da decenni inquinano aria e acqua e rendono insopportabili le condizioni di vita degli animali”.

(Gianfranco Salvatori)