Articolo Uno Rai: Fuortes debole, nomine senza un vero criterio

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Sembra difficile pensare che l’ad della Rai abbia difficoltà a fare i conti, come sembra davvero improbabile che il presidente del Consiglio, che lo ha scelto per questo delicato incarico

Gli abbia dato mandato di tenere fuori i 5 Stelle e di diminuire le poltrone al centrosinistra, senza toccare né la Lega né fratelli d’Italia.

Oddio, tutto può essere. Ma da qualsiasi punto si guardi la tornata di nomine, è difficile trovare un criterio.

Non quello dell’indipendenza dai partiti perché si è trattato di persone di cui si conoscono benissimo le appartenenze politiche. Anche perché loro stessi non ne hanno fatto mistero, soprattutto nelle scelte editoriali.

Nemmeno il criterio lottizzatorio è stato adottato dal momento che il maggiore partito della coalizione di governo, a cui era stato attribuito il TG1, è stato estromesso. Non solo ma nel saldo finale dell’operazione il centrosinistra sembra perdere posizioni.

Certo non era obiettivamente facile far quadrare i conti con una così affollata coalizione di governo, e con una opposizione agguerrita. Tuttavia, ci vuole poco a capire che la presenza della Lega era già prima sovrastimata (anche perché guida la redazione più numerosa, quella dei Tg regionali). Senza parlare di Fratelli d’Italia che, oltre a mantenere la redazione più faziosa, quella del TG2, sembra conquistarne un’altra, prima appannaggio del centrosinistra.

Non ci sembra davvero che una parte delle persone scelte sia in grado di guidare redazioni importanti e difficili anzi se proprio dobbiamo dirla tutta, ci sembrano in buona parte inadatte, per motivi non solo caratteriali ma anche di sensibilità giornalistica.

Sarebbe davvero un guaio che si dovesse assistere alla balcanizzazione dell’informazione aziendale che avrebbe invece bisogno di quella capacità innovativa che fatichiamo a scorgere.

Riaffermare per l’ennesima volta che la Rai va riformata radicalmente a questo punto ci sembra perfino grottesco. Speriamo solo che questo inciampo induca la politica a comprendere che il sistema di gestione aziendale è davvero arrivato al capolinea.