Avete rotto la “pazienza”

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Finché non verrà messa fuorilegge la menzogna, qualsiasi normativa, legge o riforma non servirà a niente. Questa sera Felice Besostri, famoso per i ricorsi all’alta Corte contro il Porcellum e l’Italicum, sosterrà le ragioni del No. Sono curioso di sapere quale saranno le sue ragioni. Io parteciperò alla tenzone che il famoso avvocato terrà a Vicenza contro l’ex senatore Cappelletti, candidato del M5S alla regione Veneto, naturalmente a favore del Sì.

Le ragioni più frequenti degli oppositori alla riforma, sono la diminuzione della rappresentatività democratica, raffigurata dal rapporto parlamentare/numero di elettori; poi le ragioni tecniche, che riguarderebbero la difficoltà di funzionamento di tutti gli istituti parlamentari a fronte della ridotta delegazione. La prima ragione è chiaramente un falsa, la seconda è solo un enunciato allarmante di cui si può dimostrare l’infondatezza con i disegnini. Ciò che capiterà, invece, sarà che i partiti dimagriranno, che ridurranno i loro carrozzoni, che i parlamentari s’interesseranno del lavoro in aula e meno della propaganda, finiranno i trolley in arrivo alla Camera e al Senato il martedì mattina e in partenza il giovedì sera, avranno termine le adunanze dei “peones”, le candidature riempitive dei Razzi e degli Scilipoti, e quelle fuorisede delle Maria Elena Boschi.

E poi ci sono quegli altri. Quelli che non contestano il merito della riforma, ma sono certi che essa non risolverà niente, poiché ci vuole ben altro. I “benaltristi” sono feroci rivoluzionari e vorrebbero ridurre gli stipendi dei parlamentari, per dirne una. Sono stati proprio i benaltristi a scrivere i programmi del 2018 del centrodestra, dove al punto 9 avevano previsto la “riduzione del numero di parlamentari” e udite udite, “introduzione del vincolo di mandato”. E sono stati i benaltristi di centrosinistra a scrivere gli otto punti di Bersani in ‘Italia bene comune’ del 2013, dove al punto 3 dichiaravano “norme costituzionali per il dimezzamento dei Parlamentari” e, sentite ancora, “revisione degli emolumenti di Parlamentari e Consiglieri Regionali con riferimento al trattamento economico dei Sindaci”.

E cosa possiamo rispondere a tanta voglia di cambiamento? Che siamo d’accordo. Che per adesso diminuiamo il numero dei parlamentari, ma domani ne ridurremo lo stipendio, introdurremo il vincolo di mandato, dunque il recall, e aboliremo il gruppo misto. E anche quel retaggio di istituto monarchico rappresentato dai senatori a vita. Ma già qualcuno mette in dubbio che il valore dei parlamentari possa essere assicurato diminuendone il numero. Già a qualcuno è venuto in mente di fare a loro un esame selettivo. Ma no, amici! A noi piace strafare. Noi l’esame lo vogliamo fare al popolo elettore. Vogliamo bocciare un terzo dell’elettorato con domande semplici, e dare una leggera virata aristocratica a questo organo scadente che è il popolo italiano.                                                                                             (Giuseppe Di Maio)