Bankitalia: crescita verso il 5%, tirano gli investimenti

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Una crescita al 4,9-5% quest’anno al 4,5% il prossimo e al 2,3% nel 2023, con l’anno in corso trainato dalla ripresa degli investimenti e i consumi in espansione più graduale

E’ il quadro tracciato dalla Banca d’Italia nelle sue Proiezioni macroeconomiche nell’ambito dell’esercizio concordato con l’Eurosistema, di cui ieri la Bce ha pubblicato le stime per l’economia dell’area euro e che s icolloca nella parte alta della ‘forchetta’ di crescita indicata dai vari previsori istituzionali.

Le tabelle di Bankitalia indicano una crescita del 4,5%, ma con l’avvertenza che, a causa del ‘cut off’ al 26 maggio, non incorporano i dati diffusi dall’Istat il 1° giugno, che hanno ribaltato le stime sul Pil nel primo trimestre portandolo in positivo: tenendone conto, “la crescita per il 2021 sarebbe più elevata di oltre mezzo punto percentuale”. Stime disoccupazione: nel 2021 10,2%, nel 2022 9,9% La Banca d’Italia ha ritoccato in meglio le previsioni sul mercato del lavoro nella Penisola da qui al 2023. Ora stima un tasso di disoccupazione che dal 9,3% dello scorso anno limiterà la crescita al 10,2% sul 2021, per poi limarsi al 9,9% nel 2022 e al 9,5% nel 2023.

Le cifre sono contenute nelle proiezioni economiche sull’Italia, elaborate dall’istituzione nell’ambito dell’ultimo esercizio coordinato dell’Eurosistema. Nelle previsioni analoghe precedenti, risalenti a gennaio, Bankitalia stimava la disoccupazione 2021 al 10,5%, sul 2022 al 10% e sul 2023 al 9,5%. Sul numero di occupati, dopo il meno 2,8% del 2020, l’istituzione di Via Nazionale prevede ora un ulteriore meno 1,2% quest’anno, un più 1,8% il prossimo e più 1,9% nel 2023. Lo scorso gennaio indicava meno 0,9% sul 2021, più 1,7% nel 2022 e più 1,3% nel 2023.

Numero occupati a livello pre-pandemia entro la fine del 2023 Sul mercato del lavoro, il ritorno alla crescita si riflette in un analogo aumento delle ore lavorate, che tornano entro il 2023 sui livelli precedenti la pandemia, rileva la Banca d’Italia nelle proiezioni macroeconomiche. Il numero di occupati, che nel 2020 si era ridotto in misura molto più contenuta delle ore grazie alle misure di sostegno all’occupazione, tornerebbe a crescere dal trimestre in corso; dopo una diminuzione dell’1,2 per cento nella media di quest’anno (che riflette la caduta già registrata nel primo trimestre), si riporterebbe sui livelli del 2019 entro la fine del triennio di previsione.

Da misure governo e Pnrr +4 punti Pil in 2021-23 Le misure di sostegno del governo e le risorse europee, a partire da quelle previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, innalzeranno il livello del Pil per circa 4 punti percentuali nel triennio 2021-2023 e metà dell’impatto è attribuibile agli effetti del Pnrr. Lo rileva la Banca d’Italia nelle proiezioni economiche stimando un ritorno del Pil ai livelli pre Covid entro il 2022.

Questo profilo di crescita – spiega Bankitalia è fortemente dipendente dall’efficacia delle misure di sostegno e rilancio finanziate col bilancio nazionale e con i fondi europei, tra cui quelle delineate nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Nel quadro, il complesso di queste misure innalza il livello del Pil per circa 4 punti percentuali nel triennio di previsione. Agli effetti del Pnrr è attribuibile metà di questo impatto; ciò riflette l’ipotesi che gli interventi, in particolare gli investimenti, siano realizzati senza significativi ritardi e siano efficaci nel sostenere la capacità produttiva del Paese”.