Benetton: oltre il danno anche la beffa (per non dimenticare)

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Nessuna fatalità. La Procura di Genova in queste ore ha accusato formalmente i vertici, gli amministratori, i dirigenti e i tecnici di Autostrade di “crollo doloso” del Ponte Morandi. Omesse manutenzioni, report falsificati, omessi controlli, tutto per conseguire “il raggiungimento del massimo profitto”.

Castellucci, l’ex A. D. rimosso tardivamente dai Benetton (una foglia di fico per prendere le distanze dalla sua gestione, ma non dai dividendi succulenti che gli ha fatto incassare), al telefono intimava alla sua ex segretaria di cancellare tutte le chat dopo il suo licenziamento. (fonte il Fatto)

I Benetton e con loro i vertici di Autostrade, hanno sulla coscienza i 43 morti del Ponte crollato a Genova più le altre 40 vittime del bus che ha sfondato il guard rail del viadotto di Avellino.

Ma oggi il governo italiano è costretto comunque a trattare la loro uscita perché è sotto scacco di un contratto capestro firmato da “quelli bravi” che lo hanno preceduto.

Questa la cronostoria di una disfatta di Stato

1996/1998 Governo Prodi avvia la privatizzazione della gestione autostradale fino ad allora gestite da ANAS.

1998/2000 Governo D’Alema regola la privatizzazione effettiva. Nel 1999 l’IRI vende Autostrade a circa 2,5 miliardi attuali. Il 30% va ai Benetton.

2001/2006 Governo Berlusconi, con legge, autorizza la fusione delle diverse società dei Benetton che porta la famiglia ad avere il 60% di Autostrade

Anno 2006: Benetton finanzia la Lega di Bossi e Salvini con 150.000 euro di contributo elettorale.

Aprile 2008 : a pochi giorni dalle elezioni governo Prodi allunga il periodo di concessione ai Benetton al 2038 obbligandoli, però, a verifiche periodiche.

Maggio 2008: al governo rivanno Berlusconi e Lega ed emanano decreto, poi tramutato in legge, che contiene la norma “Salva Benetton”, che esime Autostrade dall’effettuare verifiche periodiche sulle infrastrutture di sua gestione oltre ad assicurargli aumenti tariffari fino al 2038, indipendentemente dalla valutazione sulla qualità del servizio e la realizzazione degli investimenti” (stiamo parlando nientepopodimeno che di pedaggi aumentati in misura pari al 70% dell’inflazione reale!)

Inoltre, sempre grazie ai buoni uffici di Berlusconi e Salvini, nel contratto concessorio ai Benetton sono state inserite penali miliardarie in capo allo Stato, in caso di recessione, anche per grave colpa del concessionario.
Sole24Ore riporta che Atlantia, (holding dei Benetton), quando i 5 stelle hanno spinto per la revoca, ha minacciato con la risoluzione del contratto una richiesta di risarcimento per l’intero valore della concessione (23 miliardi).

Cronistoria di una disfatta di Stato. Oltre il danno anche la beffa.                                                                                  (Roberta Labonia)