Biden: “Difenderemo Taiwan in caso di attacco della Cina”

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“Gli Stati Uniti interverranno in difesa di Taiwan in caso di attacco da parte della Cina”.

Lo ha assicurato il presidente americano, Joe Biden, durante un dibattito a Baltimora, sottolineando che Washington ha “un impegno a farlo”. “Gli Stati Uniti – ha proseguito Biden- hanno preso un sacro impegno per quel che riguarda la difesa degli alleati della Nato in Canada e in Europa e vale lo stesso per il Giappone, per la Corea del sud e per Taiwan”. “Non voglio una guerra fredda con la Cina”. Ha detto Biden parlando durante una town hall sulla Cnn del leader cinese Xi Jinping. “Ho parlato e passato più tempo con Xi di qualsiasi altro leader al mondo. Ecco perché sentite dire che Biden vuole iniziare una nuova guerra fredda con la Cina. Non voglio una guerra fredda con la Cina – ha affermato il presidente americano – Voglio che la Cina capisca che non faremo passi indietro e non cambieremo nessuno dei nostri punti di vista”. Biden, parlando dell’esercito Usa come del “più potente della storia”, ha assicurato di non essere preoccupato per un possibile conflitto militare internazionale con la Cina, ma piuttosto da un’escalation e ha sostenuto che bisogna “preoccuparsi” se il gigante asiatico o altri Paesi come la Russia saranno coinvolti in “attività che li mettano in una posizione in cui potrebbero commettere un grave errore”. Pochi giorni fa le tensioni tra Cina e Taiwan sono improvvisamente andate aumentando, con Pechino che ha inviato decine e decine di aerei da guerra a sorvolare i cieli dell’isola. Nei primi cinque giorni di ottobre, più di 150 aerei dell’aeronautica dell’esercito cinese di liberazione del popolo sono entrati nella zona di identificazione della difesa aerea di Taiwan, Taipei ha reagito affermando che risponderà a qualsiasi incursione. Le manovre sono iniziate il 1° ottobre, festa nazionale cinese, che commemora la fondazione della Repubblica popolare. Sempre nello stesso anniversario il presidente cinese, Xi Jinping, aveva ribadito che la “riunificazione” di Taiwan alla Cina “ci sarà”. Ripetendo che che sarebbe “una questione interna alla Cina” e che non sarebebro state ammesse “interferenze esterne”. Poco dopo la risposta di Taipei, secondo cui solo i 23 milioni di taiwanesi hanno il diritto di decidere “il futuro e lo sviluppo”dell’isola. Xi, alle celebrazioni per i 110 anni dalla Rivoluzione del 1911, ha affermato che la questione della ‘separazione’ di taiwan dalla Cina è nata, nel 1949, solo per la debolezza e il caos in cui si trovava la nazione cinese. “Il secessionismo di Taiwan è il più grande ostacolo alla riunificazione nazionale, una seria minaccia al ringiovanimento nazionale” aveva concluso Xi.