Boris Johnson ha stravinto le elezioni del Regno Unito

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I numeri parlano chiaro e dicono di una maggioranza schiacciante dei conservatori alla Camera dei Comuni, qualcosa che non si vedeva dai tempi di Margaret Thatcher. Un trionfo, insomma. Forse non prevedibile in queste proporzioni, ma ampiamente atteso. Per i laburisti e per tutta la sinistra europea è una sconfitta che brucia. Inutile girarci intorno: puntare su Jeremy Corbyn e sulla sua ricetta è stata una scelta fallimentare. Il consenso raccolto da Johnson non è legato solo al suo motto “Get Brexit done” (“Completiamo la Brexit”), ma al fatto che ha saputo intercettare le istanze, i bisogni e le aspettative di un popolo che ha radicato in sé un forte senso di appartenenza al proprio Paese. Gli inglesi hanno scelto Johnson anche perché è mancata una vera alternativa. Corbyn è stato ambivalente sulla Brexit, promettendo un secondo referendum; le politiche fiscali e di rinazionalizzazione sono state valutate come inadatte, antistoriche.
Johnson ha indicato una direzione precisa, Corbyn no. E le urne non fanno sconti