Boschi:«Il governo deve lavorare o gli italiani si chiederanno che cosa resta a fare»

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Maria Elena Boschi, il premier ha annunciato che siete in dirittura d`arrivo sulla velocizzazione dei processi. Questo vi rassicura sull`abrogazione della prescrizione?
«No. Apprezzo l`ottimismo del premier ma entrerà in vigore la sciagurata riforma Bonafede-Salvini che cancella la prescrizione: non si abbreviano i processi e si lasciano i cittadini nel limbo. Da avvocato sono sconvolta, da cittadina amareggiata per questa forma di populismo giudiziario. Se Conte ha una soluzione accettabile e credibile, saremo lieti di condividerla. Altrimenti voteremo la proposta Costa».

Quali richieste farete al momento della verifica?
«Noi non abbiamo richieste ma prendiamo atto che la crescita è scomparsa. Coi nostri governi abbiamo sfiorato il +2%. Ora siamo a 0. Possiamo indagare sui perché – e noi crediamo che quota 100 e reddito di cittadinanza siano stati due errori – ma forse è più utile provare a uscirne. Il piano «ItaliaShock» prevede lo sblocco di 120 miliardi. Facciamo lavorare le persone anziché elargire sussidi (che finiscono anche nelle mani di furbetti o peggio ancora delinquenti), mettiamo in sicurezza il territorio, le scuole, i ponti. Meno polemiche e più cantieri se vogliamo far crescere il Paese. Poi ovviamente c`è molto altro: dall`impegno di Elena Bonetti per le famiglie alla grande riforma dell`Irpef. Ma la priorità per noi è sbloccare i cantieri».

D`accordo sulla decisione di due ministeri per Scuola e Università?
«Lo dirà il tempo. Speriamo intanto che questa ennesima riforma dell`organizzazione del ministero non faccia perdere altro tempo perché nell`ultimo anno e mezzo ne è stato perso fin troppo. Il professor Manfredi è persona di grande valore, che personalmente stimo molto. E rispetto a Fioramonti, ovviamente, un enorme passo in avanti. Finalmente parleremo di università e ricerca anziché di merendine e crocifissi a scuola».

Zingaretti dice che se cade Conte si vota, lo stesso Conte sostiene che un altro governo sarebbe inverosimile.
«Questa legislatura arriverà al 2023. Dobbiamo lavorare, però, perché ci sia un vero rilancio dell`azione del governo, altrimenti, una volta messi in sicurezza i conti pubblici e scongiurato l`aumento dell`Iva, i cittadini si chiederanno cosa resta a fare questo governo. Iv c`è: obiettivo principale per il 2020 che l`Italia torni a crescere».

Nel prossimo vertice si parlerà delle concessioni autostradali, una mediazione è possibile?
«Non so. Noi non stiamo difendendo Autostrade o giustificando il crollo del ponte, anzi. Per noi chi ha sbagliato deve pagare. Ma fare scelte affrettate e contro ogni principio dì diritto come si è cercato di fare con la norma del Milleproroghe è indice di un populismo normativo pericoloso. Le cose vanno fatte bene, altrimenti l`Italia perde credibilità: dobbiamo evitare di diventare una barzelletta a livello internazionale perché nessuno investe in un Paese in cui si cambiano le regole in corsa. E poi dobbiamo preoccuparci di tutelare i lavoratori di Autostrade e garantire gli investimenti».

Ma per Iv che ha un`impostazione culturale opposta quanto sarà possibile ancora convivere con i grillini?
«Mi pare che dentro il M55 sia in atto un regolamento di conti. Aspettiamo di vedere come va a finire e poi capiremo se ci sono i margini per andare avanti con il governo. Certo è che noi non possiamo seguire i loro capricci. Abbiamo lavorato con l`obiettivo di evitare la crisi finanziaria e abbiamo un triennio molto interessante davanti a noi: se vogliamo fare l`interesse dell`Italia, noi ci siamo. Noi siamo pronti al dialogo ma non accettiamo diktat populisti».

Dal Pd dicono che alcuni vostri parlamentari li hanno contattati…
«Renzi ha aperto la riunione di gruppo dicendo: chi vuole tornare nel Pd, vada, amici come prima. Nessuno se n`è andato e anzi è arrivato Davide Bendinelli. Credo che nel 2020 il gruppo parlamentare di Italia viva aumenterà e crescerà il radicamento sul territorio. Saremo la sorpresa delle prossime elezioni».

Quando ci saranno vi alleerete con il Pd?
«In alcune regioni sì, come in Emilia-Romagna e in Toscana. Altrove no. A livello nazionale è ancora presto per dirlo: dipenderà da molti fattori, compreso la legge elettorale e il giudizio sul governo. Noi non pensiamo che Conte sia il punto di riferimento dei progressisti, ad esempio, come invece ha detto Zingaretti. Vedremo. Oggi pensiamo a lavorare e a dare risposte ai cittadini, alle famiglie, alle imprese. Abbiamo evitato l`aumento dell`Iva, ora rilanciamo sulla crescita»