Brexit: riunione straordinaria Ue-Gb su contenzioso Irlanda

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Di fronte al progetto di legge presentato dal governo di Boris Johnson, che mira a rivedere alcuni degli impegni presi con i 27, in particolare sulla questione dei confini irlandesi, è stata convocata per oggi a Londra la riunione straordinaria della commissione Ue-Gb sull’attuazione dell’accordo di divorzio sollecitata ieri da Bruxelles. L’incontro fra le delegazioni, guidate rispettivamente dal vicepresidente della Commissione europea, Maros Sefcovic e dal ministro britannico, Michael Gove, è stato chiesto per “ottenere chiarimenti da parte del Regno Unito sul rispetto pieno, integrale e alla data prevista dell’accordo di recesso”, ha sottolineato un portavoce di Bruxelles citato dai media.

La questione, discussa mentre parallelamente prosegue l’ottavo round dei negoziati sulle relazioni future post Brexit fra i team capeggiati da Michel Barnier e David Frost, ha a che fare con gli allarmi generati dall’Internal Market Bill: un progetto di legge nazionale sottoposto ieri dal governo Tory al Parlamento di Westminster tramite il quale Johnson si propone di aggirare unilateralmente alcuni punti dell’accordo di divorzio (anche a costo di violare “il diritto internazionale in maniera specifica e limitata”, secondo le parole di un suo ministro). Il testo di questa legge prevede in particolare, laddove i negoziati fra Barnier e Frost (finora in stallo) non portino a un’intesa commerciale complessiva di libero scambio per fine anno, che Londra possa annullare l’impegno a controllare merci di provenienza Ue al confine interno fra Irlanda del Nord e resto del Regno Unito, preteso a suo tempo da Bruxelles per garantire il mantenimento di una frontiera esterna senza barriere fra Ulster e Irlanda come imposto dalla pace del Venerdì Santo ’98. Rivendica inoltre la possibilità britannica d’ignorare i limiti – concordati all’atto del divorzio – sugli aiuti di Stato in economia. Modifiche inaccettabili secondo l’Ue, il governo di Dublino le opposizioni britanniche e anche esponenti Tory come gli ex premier John Major e Theresa May, stando ai quali così si rischia di mettere in discussione la credibilità e lo status internazionali del Regno. E che anche la speaker democratica americana della Camera, Nancy Pelosi, ha criticato, avvertendo che, se l’Internal Market Bill dovesse violare l’accordo di pace irlandese del Venerdì Santo (di cui gli Usa furono garanti), il governo Johnson potrà scordarsi la ratifica d’un qualsiasi trattato di libero scambio post Brexit con Washington.