Bruxelles: Randazzo terzo, Duplantis 6,05

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Il saltatore azzurro centra la finale a 3 del lungo in Diamond League, il fenomeno svedese fa tremare il mondiale dell’asta a 6,19. Hassan formidabile sul miglio. Trost 1,80 nell’alto, Mahuchikh 2,02
Nell’undicesima tappa della Wanda Diamond League a Bruxelles Filippo Randazzo (Fiamme Gialle) centra un altro prestigioso podio nel massimo circuito dell’atletica mondiale dopo il successo di Gateshead, finendo terzo con il miglior salto in apertura (7,89/0,7) e guadagnandosi il sesto decisivo salto dove ha realizzato un nullo, vittoria di Steffin McCarter (7,99/0,6) davanti al sudafricano Samaai. Serata no di Alessia Trost (Fiamme Gialle) nel salto in alto (1,80), vince l’ucraina Yaroslava Mahuchikh con 2,02 prendendosi la rivincita su Mariya Lasitskene e Nicola McDermott (2,00).
Un mondiale stagionale e tre record del meeting al Memorial Van Damme, con i picchi tecnici di due big del calibro di Armand Duplantis (6,05 e tentativi falliti al record mondiale di 6,19, di cui il secondo il tentativo più vicino al successo mai provato dallo svedese) e di Sifan Hassan, che ha firmato sul miglio la quinta prestazione assoluta all-time in 4:14.74. Altri successi per la burundiana Francine Niyonsaba sui 5000 in 14:25.34, della namibiana 18enne Christine Mboma sui 200 in 21.84 (0,4), doppietta sprint USA maschile con Michael Cherry sui 400 in 44.03 e Fred Kerley sui 100 metri in 9.94 (0,1).
I 100 ostacoli vanno alla olandese Nadine Visser in 12.69 (0.7), i 400 ostacoli maschili al brasiliano Alison Dos Santos in 48.23. Nelle gare di mezzofondo veloce vincono la giamaicana Natoya Goule sugli 800 in 1:58.09, l’australiano Stewart McSweyn sui 1500 metri in 3:33.20, mentre gli 800 maschili non Diamond League sono vinti dal keniano Ferguson Rotich in 1:43.81. Appuntamento per la doppia serata finale di Zurigo l’8 e il 9 settembre, per conoscere i nomi dei vincitori della Wanda Diamond League 2021.

di Marco Buccellato

Ancora un podio nella Wanda Diamond League per Filippo Randazzo, e la finale di Zurigo dove cercare un altro piazzamento di prestigio. Il lunghista catanese ha ottenuto il miglior salto della serata in apertura (7,89/0,7), poi due salti nulli, un salto dimezzato a 5,87 e la rinuncia al quinto, ormai certo del salto del sesto turno assieme al sudafricano capoclassifica Ruswahl Samaai e allo statunitense Steffin McCarter. Nullo per l’azzurro, esito per il successo ribaltato in chiusura in favore di McCarter (7,99/0,6), meglio del 7,93 ottenuto al primo salto. Beffato Samaai (in testa con 7,95 dopo cinque turni), che in extremis resta a dieci centimetri dalla vittoria (7,89).

Nell’alto serata poco brillante per Alessia Trost, con ingresso in gara a 1,80 (due tentativi per la riuscita) e tre errori a 1,84. Vince la giovane ucraina Yaroslava Mahuchikh (2,02), ribaltando l’esito della finale olimpica (terza), e battendo Sua Altezza Mariya Lasitskene e l’argento dei Giochi Nicola McDermott. Gara dall’esito esaltante, con la Mahuchikh che ha recuperato l’1,95 alla terza prova, per poi volare al primo assalto oltre l’1,98, terza dopo i due metri (due prove contro una della Lasitskene e della McDermott) prima di superare i 2,02 al primo volo sull’asticella.

Finisce dopo due ore e mezza abbondanti la gara di asta uomini, al solito con brividi regalati da Armand Duplantis, che ha vinto con 6,05 (record del meeting) prima di sbagliare tre volte i 6,19 del record del mondo. Il secondo tentativo, il migliore dei tre, è andato vicino al successo, che prima o poi arriverà. Stasera, compagni d’avventura della brigata degli astisti-top, la coppia statunitense Nilsen e Lightfoot, entrambi con 5,85, personale outdoor eguagliato per il secondo.

Serata illuminata anche dalla superlativa prova contro il cronometro della due volte olimpionica di Tokyo Sifan Hassan, stavolta sul miglio, dove detiene il record del mondo. L’olandese ha chiuso in 4:14.74, primato del meeting sottratto di circa due secondi alla keniana Kipyegon, miglior prestazione mondiale stagionale e quinto crono assoluto sulla distanza, di cui tre firmati da lei. Ottimo il lavoro delle lepri per portare la Hassan a un crono di enorme valore. A debita distanza, ma con grandi prestazioni, l’etiope Axumawit Embaye (4:21.08), e l’australiana Linden Hall, terza con il nuovo record d’Oceania in 4:21.38, già suo, migliorato di due centesimi. Sui 5000 metri mette ancora tutte d’accordo la burundiana Francine Niyonsaba in 14:25.34, primato nazionale e quarto crono mondiale 2021, capace di superare negli ultimi venti metri l’etiope Ejgayehu Taye (14:25.63) e Hellen Obiri (14:26.23), che ha difeso alla corda la prima posizione fino a 40 metri dal traguardo. Gara di ottima fattura cronometrica complessiva, con personali per le altre keniane Kipkemboi, Rengeruk e Cherono.

Christine Mboma, 18enne namibiana argento olimpico sui 200, nonché oro mondiale e primatista U20, cuoce negli ultimi trenta metri del mezzo giro di pista la giamaicana plurimedagliata Shericka Jackson (eccellente comunque in 21.95, secondo crono della carriera), e strapazza ancora il cronometro in 21.84/0.4, lo stesso crono del successo iridato di categoria a Nairobi, a soli tre centesimi dal record del mondo U20 che le è valso l’argento di Tokyo dietro Elaine Thompson-Herah. Terza, con il miglior crono stagionale, la britannica campionessa mondiale Dina Asher-Smith (22.04), nettamente davanti alla stella USA Sha’Carri Richardson (22.45) e all’altra teenager namibiana Masilingi (22.50).

La velocità di Bruxelles regala agli specialisti USA i successi mancati alle Olimpiadi, sui 100 con l’argento di Tokyo sui Fred Kerley che comanda la tripletta a stelle e strisce in 9.94 (0.1) davanti al capofila stagionale Trayvon Bromell (9.97) e a Michael Norman, che torna sotto i dieci secondi in 9.98, e sui 400 metri di Michael Cherry, il quarto di Tokyo che continua a impressionare dopo Rovereto (44.55), stasera ancora vincente in un folgorante 44.03, primato del meeting, personale e 23esima prestazione di sempre. Il rettilineo è filato su un tapis roulant, nonostante la gran gara di Kirani James secondo in 44.51, a precedere Isaac Makwala, terzo in 44.83. La striscia di Cherry è da fuoriclasse, dodici gare consecutive sotto i 45 secondi a partire da maggio.

Ostacoli alti donne all’olandese Nadine Visser in 12.69/0,7, pari tempo con la nigeriana Tobi Amusan e ancora davanti alla giamaicana bronzo olimpico Megan Tapper-Simmonds (12.77). Aumentano i rimpianti per l’olandese, che alle Olimpiadi non era ancora del tutto recuperata da un infortunio e ha conquistato un quinto posto che poteva essere migliorato al top della condizione, giunta nel dopo-Giochi con l’apice cronometrico di Parigi (12.58) e il successo di stasera. Senza i magnifici due Warholm e Benjamin, è il giovane brasiliano Alison Dos Santos, terzo a Tokyo in 46.72 (!) che si prende la scena in 48.23 precedendo Kyron McMaster (48.31 con errore tecnico sul penultimo ostacolo) e il turco ex-cubano Yasmani Copello (48.45).

Sui 1500 uomini torna al successo l’australiano Stewart McSweyn dopo il successo di Oslo sul miglio, una vittoria maturata in rettilineo in 3:33.20 dopo un’azione perentoria dello spagnolo Katir, poi risucchiato di diverse posizioni. Festeggia anche l’altro australiano Oliver Hoare, secondo in 3:33.79, terzo il polacco Michal Rozmys in 3:33.96. Una delle rare serate senza un keniano tra i primi tre (Kipsang quarto, Simotwo quinto). Bello anche l’800 donne vinto dalla specialista giamaicana Natoya Goule in 1:58.09, che ha preceduto una delle giovani star dell’intera stagione, la britannica argento olimpico e primatista europea U20 Keely Hodgkinson (1:58.16) e la connazionale Jemma Reekie (1:58.75). Negli 800 uomini non Diamond League vince l’argento olimpico Ferguson Rotich in 1:43.81. Un successo netto, con il belga Crestan secondo in 1:45.24 e l’altro keniano Cornelius Tuwei terzo in 1:45.29. Personale per l’altro belga Vandeputte, quarto in 1:45.49.

fidal