Buon appetito, o quasi…

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Sono appena rientrato da una bella gita. Ero in Toscana, a Siena e paraggi. Ospitati da Pasticca (tranquilli, è uno pseudonimo) e dai suoi amici, siamo giunti da tante parti d’Italia per il Decimo Simposio Enigmistico Toscano

Eh, certo, anche gli enigmisti si incontrano ogni tanto. Annualmente si tiene il Congresso, ma anche altre iniziative ci danno modo di trovarci, parlare di enigmistica e di tante altre cose che ci interessano.

In programma c’erano alcune gare di soluzione di giochi preparati dagli amici toscani, le premiazioni dei concorsi organizzati per l’occasione, per i quali tutti avevano mandato i loro lavori in tempo utile per la partecipazione, ma soprattutto il pranzo conviviale. Durante il pranzo tutti rivelano agli altri compagni di tavolata i loro ultimi giochi, e li sfidano a risolverli, oppure chiedono consigli ai più esperti per completare un gioco con una bella trovata, ma che necessita di un’aggiustatina. Ovviamente si commentano anche i giochi premiati e ognuno inevitabilmente esprime la propria classifica, che non sempre corrisponde a quella decretata dalla giuria.

Ma soprattutto, oltre a questi prevedibili eventi, si mangia.

Va be’, forse anche questo era prevedibile. Eh no, signori, perché noi enigmisti non mangiamo quello che mangiano le persone normali. Leggo sul menù preparato per questo nostro ultimo incontro solo alcune delle portate:

Vipera scadente, mascelle d’orso tonto;

Porcone cileno suonato, ciliegine marce;

Noti porcelli balordi, tonni caldi al litio;

Fiele di gorillini cotti;

Caccole d’orso lucano, cammelli ventenni, bieta.

Tranquilli, non ci siamo ammalati dopo aver gustato questi cibi, ma siamo rimasti contenti e saziati con il gustoso pranzo allestito alla fattoria “Al Ciliegio”.

Come si spiega questa stranezza? Quelle che ho citato non erano le vere portate, ma gli anagrammi delle medesime, che erano, nell’ordine:

Cestino con lampredotto e salsa verde;

Crostino con miele, pecorino e guanciale;

Tortino di ribollita con anelli di cipolla;

Il frittino del Ciliegio;

Buccellato di mele e noci con crema al vinsanto.

Come possiamo vedere, essere enigmisti è un lavoro che impegna tutta la vita, sempre: anche a pranzo noi lavoriamo, e non perdiamo occasione per creare e risolvere nuovi giochi… ci diverte troppo e non possiamo farne a meno.


Giorgio Dendi