Camogli da scoprire Il colore, il mare, la cucina e l’arte

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CAMOGLI – Camogli (Camoggi o Camuggi in ligure) è un comune italiano di 5.633 abitanti nella provincia di Genova, tipico borgo marinaro, centro turistico noto per il suo porticciolo e per i palazzi variopinti sul lungomare

L’origine del nome è sicuramente antica, ha più spiegazioni, ma quelle più verosimili lo fanno risalire al vocabolo Camulo o Camulio, nome attribuito a Marte da Sabini ed Etruschi, oppure a Camolio, divinità Gallo celtica.

Ma esistono anche derivazioni più fantasiose: dal termine genovese Camuggi, casa delle mogli, le quali rimanevano a casa da sole aspettando il ritorno dei mariti imbarcati, o da Cà a muggi ovvero case a mucchi, per la particolare disposizione delle case. Camogli è situato in una conca del Golfo Paradiso all’estremità occidentale del promontorio di Portofino, nella riviera ligure di levante, a 23 chilometri ad est di Genova.

L’aspetto più rilevante della cittadina è la presenza di edifici colorati che si affacciano sulla spiaggia. I loro colori e le linee più chiare orizzontali (dette marcapiano) servivano ai marinai camogliesi per riconoscere più facilmente dal mare la propria abitazione e farvi ritorno dopo la pesca. Nel 1913, secondo una moda dell’epoca, vennero abbattuti i palazzi prospicienti la spiaggia creando la passeggiata a mare, con la rotonda in stile littorio.

La scelta dell’abbattimento fu dettata anche dallo stato di degrado in cui versavano gli immobili, strutture in legno e pietra da secoli preda di ondate e salsedine. Il borgo di Camogli ( 9,9 kmq) ha origini preistoriche. Campagne di scavo tra il 1969 ed il 1977 hanno evidenziato un insediamento nei pressi del Castellaro lungo il rio Gentile, strutturato su terrazzamenti artificiali dove sono visibili almeno due capanne rispettivamente datate, in base al materiale ceramico, al XVI e XIII secolo a.C.

Nella stessa zona sono stati ritrovati reperti romani del II secolo a.C. Intorno all’anno Mille, sotto il dominio dei vescovi di Milano, cominciò a formarsi la “Camogli costiera e marinara” con citazioni nei testi dell’epoca dove compare con il nome di Villa Camuli. Dal Medioevo in poi compare frequentemente nella storia genovese. Nel XII secolo fu eretto il castello della Dragonara, posto a difesa del borgo marinaro, che verrà assalito e distrutto da Gian Galeazzo Visconti (1366) e successivamente ancora dai Duchi di Milano (1438). Dal XVI secolo Camogli si unirà più strettamente a Genova e alla sua repubblica.

Come gli altri territori della repubblica, a partire dal 1797 anche Camogli fu interessata dalla dominazione di Napoleone Bonaparte che la inserirà nella Repubblica Ligure annessa al Primo Impero francese. Intorno ai primi dell’Ottocento, periodo che vide la disfatta navale di Napoleone nella battaglia di Abukir, sono avviati gli investimenti di massicci capitali degli armatori camogliesi nella costruzione di velieri mercantili, con richieste e appalti dai maggiori stati europei. Affari che prosperano favorendo lo sviluppo urbanistico del borgo, che in questa fase raggiungerà il suo massimo storico.

Con la caduta di Napoleone, nel 1814, il comune verrà inglobato nel Regno di Sardegna, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1815, e successivamente nel Regno d’Italia dal 1861.
Da notare che già nel 1856 la sua flotta era composta da 580 imbarcazioni iscritte alla Mutua Assicurazione Marittima Camogliese, fondata nel 1852 da Nicolò Schiaffino, società unica al mondo, composta da un armamento doppio di quello del compartimento marittimo di Amburgo, la quale resterà attiva fino al 1888. Con l’avvento della navigazione a vapore le attività tradizionali marinare camogliesi vengono, nel tempo, rivolte al nascente turismo.

Su di uno scoglio sul mare i ruderi dell’antico castello della Dragonara e la chiesa parrocchiale proteggono il porto ed il molo costruito nel 1624, sul quale si allineavano le antiche case dei pescatori. La parrocchiale di Santa Maria Assunta fu edificata nel 1192; oggi presenta una facciata neo classica che sovrasta il piccolo sagrato in acciottolato di pietre di mare in stile Secentesco. Le molte donazioni popolari in ringraziamento per scampati pericoli sul mare hanno reso l’interno sfarzoso (forse un po’ troppo ricco). L’interno a 3 navate divise da pilastri ha la volta decorata da affreschi di F. Semino e N. Barabino.

Nella cappella del Battistero il gruppo marmoreo del battesimo di Gesù; al centro un pulpito di marmo policromo (1760) con una scala marmorea baroccheggiante ornata da festoni di frutta e fiori. Nel Presbiterio affreschi che rappresentano a sinistra la Presentazione al Tempio, al centro l’Annunciazione e a destra la Natività di Maria. Nella volta i 4 evangelisti. Sono qui infine conservate due pregevoli opere pittoriche genovesi del XVI secolo: un Cristo in croce di Bernardo Castello (altare a sinistra) ed una deposizione di Luca Cambiaso (sagrestia).

Festività patronale i l2 luglio: Nostra Signora del Boschetto.

Franco Cortese notizieinunclick