Carlo Messina Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo

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Tratto da “ Banchieri “ di Beppe Ghisolfi – ARAGNO Editore
Il dr. Carlo Messina ha preferito rispondere ad alcune domande, rinunciando alla biografia. Questo il testo della risposta. La sintesi delle domande è la seguente: “Cosa rappresenta oggi Intesa Sanpaolo per l’Italia?” (a cura di Beppe Ghisolfi)

Nel corso degli ultimi dieci anni, ovvero dall’anno della fusione tra Banca Intesa e San Paolo Imi, Intesa Sanpaolo si è sempre più affermata come la banca dell’economia reale. Sono stati anni segnati da una crisi molto dura: il PIL è sceso di 10 punti percentuali e la produzione industriale di 25 punti percentuali. Intesa Sanpaolo non ha mai smesso di fare credito, tant’è che negli ultimi 10 anni abbiamo erogato oltre 530 miliardi di nuovo credito a medio e lungo termine. In particolare, nel 2014 abbiamo presentato il nostro piano d’impresa con l’impegno di erogare 160 miliardi, di cui 50 miliardi nel corso di quest’anno. Il nostro ruolo di motore della crescita economica a supporto di famiglie e imprese è inoltre reso possibile da un fattore fondamentale: la fiducia. Gli italiani ci affidano 870 miliardi di risparmi, pari alla metà del PIL del Paese. Una cifra imponente che Intesa Sanpaolo mette a disposizione dei progetti di crescita che rendono l’Italia un Paese solido e competitivo. Il punto di forza che caratterizza e rende grande que- sto Gruppo in Italia e in Europa è la gente che vi lavora. Più di 90mila persone, le migliori non solo del sistema bancario nazionale ma anche a livello internazionale. Questo gruppo non avrebbe raggiunto i vertici delle classifiche europee se non ci fossero state persone così de- terminate, competenti e professionali. A questo elemento indiscutibile si aggiungono poi i nostri Azionisti: abbiamo dei Soci forti e stabili. Elemento di forza per il gruppo e se in futuro avremo la possibilità di crescere e raggiungere nuovi rilevanti e ambiziosi obiettivi lo sarà anche grazie al ruolo svolto da tutta la compagine azionaria. Le Fondazioni rappresentano il fattore di stabilità sempre presente nel corso degli anni e non hanno mai fatto mancare il proprio sostegno alla banca. In particolare nel 2011, quando, anticipando la crisi, abbiamo concluso con successo l’aumento di capitale di 5 miliardi: un’operazione che ci ha consentito di consolidare la nostra posizione ai vertici europei in termini di forza patrimoniale. Il sostegno dei nostri azionisti è stato ben riposto: Intesa Sanpaolo negli ultimi anni è stata la prima banca in Europa in termini di total shareholder return, un parametro che comprende la crescita del valore azionario e la distribuzione di dividendi. Se consideriamo il solo periodo relativo al piano d’impresa 2014-2017, questo comporta una distribuzione di dividendi pari a 10 miliardi. Aggiungo che la base azionaria della banca negli ultimi anni ha subito profondi cambiamenti: la componente internazionale rappresentata dai grandi investitori istituzionali è cresciuta dal 40 al 65%. Inoltre, abbiamo un Consiglio d’Amministrazione d’altissimo livello. Presieduto da Gian Maria GrosPietro, è composto da professionisti provenienti da esperienze e strutture di elevato standing, persone competenti e rigorose, che operano in modo eccellente in diversi ambiti pubblici e privati. Anche sotto questo punto di vista possiamo tranquillamente affermare che siamo tra i migliori a livello europeo, anche grazie al sistema di governance monistico che la banca ha adottato nel corso dell’ultimo piano d’impresa, un modello efficace, trasparente e al passo con i tempi. Da parte mia posso limitarmi a ricordare che sono in questo gruppo da circa 20 anni e ho imparato a conoscere a fondo l’azienda e le sue persone. Sono diventato Amministratore Delegato grazie al sostegno di tutta la Banca e, in particolare, del Presidente Emerito, Giovanni Bazoli – padre fondatore del gruppo bancario insieme a Enrico Salza –, vero e proprio punto di riferimento per tutte le persone che lavorano in questo gruppo. Il mio impegno è quello di garantire all’azienda prospettive di crescita. Intesa Sanpaolo ha raggiunto livelli d’eccellenza in tutti i settori in cui opera e ha ancora molto potenziale da poter cogliere per vie endogene, lavorando sulle leve interne al gruppo, con l’obiettivo di generare ancora molto valore per i nostri azionisti. Avrei piacere di analizzare quindi la struttura della banca per ogni singola Business Unit e indicare sommariamente quali possono essere le direttrici di sviluppo. Partiamo dal pilastro della banca, l’area che per prima ha la capacità di trasferire la vera forza di Intesa Sanpaolo – il risparmio che ci viene affidato dai nostri clienti –, ovvero la Banca dei Territori (BDT). La divisione, che ha fatto di integrazione tra i segmenti, multicanalità e foca- lizzazione sul cliente la sua chiave di successo, gestisce 10 milioni di clienti, di cui 2 milioni under 35 e circa 3 over 65. Le filiali – sono circa 3.000 in Italia – restano un elemento centrale della nostra strategia. Filiali però sempre più specializzate nei servizi ad alto valore aggiunto e consulenza, che offrono spazi pubblici per il coworking, occasioni di formazione e intrattenimento culturale, seminari per l’imprenditorialità e l’educazione finanziaria dei cittadini. Mentre con Banca 5 (ex Banca dei Tabaccai) “stiamo portando a bordo” nuova clientela che oggi non trova un canale “naturale” nelle filiali tradizionali, ma che richiede comunque la “fisicità” del contatto diretto, come lavoratori stranieri e persone non bancarizzate. D’altro canto, grazie agli investimenti in tecnologia, oggi il cliente può avere un’esperienza digitale completa, veloce e facilmente fruibile, così come può effettuare pagamenti tra privati e saldare gli acquisti tramite carte e app, rinunciando al contante. Una completezza dell’esperienza online e mobile associata al fatto che ad offrirla è una banca tra le più solide in Europa. Il compito della Banca dei Territori è sostenere la crescita del Paese ponendo al centro la relazione diretta con i territori e le persone: dall’iniziativa imprenditoriale al lavoro, dalla formazione all’inclusione sociale. In questo il ruolo di chi lavora in Banca è centrale e strategico, come testimoniano l’investimento in formazione, riqualificazione, sviluppo delle carriere, gli strumenti di azionariato diffuso e i meccanismi di welfare e smart working che promuoviamo da anni. Aiutare i giovani, infine, richiede adattamento alla nuova realtà sociale e lavorativa. Nel settore mutui, per esempio, abbiamo aperto le porte ai lavoratori a tute le crescenti, allungato le durate fino a 40 anni, inserito formule di flessibilità nel piano di rimborso e siamo tra i pochi a finanziare fino al 100% del valore della casa. Abbiamo poi la Divisione Corporate and Investment Banking (CIB). La divisione, che comprende anche Banca Imi, la banca d’investimento di Intesa Sanpaolo, affianca le imprese large corporate e punta a espandersi ulteriormente nel posizionamento sui mercati internazionali. Anche per CIB il commitment è crescere, sviluppando sempre più operazioni in una logica di investment banking e cercando il minor assorbimento di capitale. La Divisione può contare al suo interno su strutture specializzate che comprendono: 2.800 professionisti tra relationship manager e specialisti di prodotto, una rete capillare in Italia costituita da 44 strutture commerciali e una rete internazionale specializzata nel supporto alla clientela corporate, costituita da filiali, uffici di rappresentanza e controllate a presidio di 27 Paesi (Medio Oriente, Nord Africa, Stati Uniti, Brasile, Russia, India e Cina). Punto di forza della Divisione è la capacità di elaborare strategie di partnership di lungo periodo con i propri clienti, ovvero la componente più competitiva del tessuto imprenditoriale italiano. Divisione Banche estere (DBE): come noto non siamo soltanto una banca italiana. Circa 30mila persone del gruppo lavorano all’estero. La Divisione presidia le attività sui mercati esteri nei quali è presente tramite banche commerciali controllate e partecipate. Inoltre fornisce indirizzo, coordinamento e supporto alle controllate estere che svolgono prevalentemente attività bancaria retail. Attraverso la DBE, Intesa Sanpaolo ha una presenza selettiva in Europa centrorientale e nel Medio Oriente e Nord Africa, grazie a oltre 1.100 sportelli e 7,7 milioni di clienti delle banche controllate operanti in 11 Paesi. La Divisione include le controllate che svolgono attività di commercial banking nei seguenti Paesi: Albania (Intesa Sanpaolo Bank Albania), Bosnia-Erzegovina (Intesa Sanpaolo Banka Bosna i Hercegovina), Croazia (Privredna Banka Zagreb), Egitto (Bank of Alexandria), Federa- zione Russa (Banca Intesa), Repubblica Ceca (la filiale di Praga della VUB Banka), Romania (Intesa Sanpaolo Bank Romania), Serbia (Banca Intesa Beograd), Slovacchia (VUB Banka), Slovenia (Intesa Sanpaolo Bank) e Ungheria (CIB Bank). A queste si uniranno, al recepimento delle autorizzazioni previste, le banche e le filiali estere presenti nel perimetro delle due banche venete le cui attività sono state rilevate da Intesa Sanpaolo. Un’altra area strategicamente importante è la Capital Light Bank (CLB), costituita nel 2014 nell’ambito del Piano d’impresa. In questa Business Unit, in aggiunta ad altre diversificate categorie di asset noncore, sono confluite anche le sofferenze del gruppo con l’obiettivo di gestirle internamente, facendo leva sulla solidità e sulla forza del nostro bilancio. In questo modo abbiamo evitato la svendita degli NPL a operatori esterni e tutelato l’interesse dei nostri azionisti. Dalla sua nascita, CLB, ha ridotto gli asset di pertinenza di circa 25 miliardi. Inoltre, è stato creato un team di elevate professionalità che nel corso degli ultimi sette trimestri ha contribuito in maniera significativa a ridurre lo stock dei crediti deteriorati lordi di 10 miliardi, senza comportare oneri straordinari per gli azionisti. E poi entriamo nelle aree in cui stiamo sviluppando le migliori prospettive di crescita. In occasione del lancio del Piano d’Impresa 2014-2017, Intesa Sanpaolo ha individuato tre specifiche aree business con significativi margini di crescita: il polo dell’asset management, presidiato da Eurizon, quello del private banking con Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking e quello assicurativo con la Divisione Insurance. Il modello di Wealth Management company, verso il quale il Gruppo Intesa Sanpaolo ha deciso di puntare con decisione negli ultimi anni, ha permesso di ottenere da subito risultati significativi, focalizzando la generazione dei ricavi sulle commissioni e su un elevato livello di efficienza. Oggi, infatti, il 52% dell’utile lordo deriva da queste attività, collocando Intesa Sanpaolo in una posizione di leader nel Wealth Management anche a livello europeo, in grado quindi di affrontare – partendo da una posizione di forza – ogni possibile scenario di mercato. Inoltre, a livello internazionale, è stata avviata nel 2016 l’attività di una società in Cina denominata “Yi Tsai” (Talento Italiano). Si tratta di una wealth management company, la prima società in Cina interamente controllata da un soggetto estero, di proprietà del Gruppo Intesa Sanpaolo (55% Divisione Banche Estere, 25% Fideuram, 20% Eurizon), che offrirà consulenza finanziaria, asset management e piani di risparmio dedicati alla clientela di più elevato standing, i cosiddetti HNWI (High Net Worth Individual). L’obiettivo sfidante del nuovo piano d’impresa, che annunceremo all’inizio del 2018, prevederà un’ulteriore spinta dal Wealth Management: vogliamo infatti convertire non meno di 100 miliardi di attività della clientela in risparmio gestito e – in campo assicurativo – vogliamo raggiungere una posizione di leadership nel ramo danni. Un altro elemento centrale per una banca moderna è quello della ricerca e dell’analisi delle soluzioni innovative al fine di identificare opportunità di sviluppo. Per questo scopo abbiamo creato nel 2014 l’Innovation Center (CIO) con l’obiettivo di presidiare i processi e i piani di sviluppo dell’innovazione del Gruppo. L’Innovation Center vuole rappresentare un motore abilitatore di relazioni con gli altri stakeholders dell’ecosistema dell’innovazione come imprese, startup, incubatori, centri di ricerca e università. Tra le principali attività la StartUp Initiative, programma di accelerazione internazionale, che ha lo scopo di selezionare le migliori startup per prepararle al confronto con il mercato. Ultima ma non meno importante è l’attività sociale e culturale. Intesa Sanpaolo interpreta con serietà e impegno il suo ruolo di banca dell’economia reale e lavora per una società coesa e attenta a tutte le componenti della società. A tal proposito desidero ricordare brevemente Banca Prossima, il nostro istituto di credito specializzato nel servire il Terzo settore e unico in Italia per modello di funzionamento. Con 60mila clienti e 210 milioni di crediti per investimenti di medio e lungo termine erogati nel 2016, costituisce un referente stabile per il mondo composito e peculiare del non profit dove 6 milioni di persone tra occupati e volontari lavorano per il beneficio di 37 milioni di italiani. Banca Prossima è diventata nei suoi dieci anni di vita un motore di crescita per tante associazioni, imprese sociali, fondazioni le cui attività hanno impatto diretto sulle persone e le famiglie. Nel corso del 2016 il Gruppo ha erogato nuovi finanziamenti destinati ad attività ad alto impatto sociale per più di 4,6 miliardi di euro (8,3% sul totale dei nuovi finanziamenti erogati), contribuendo a creare opportunità imprenditoriali e occupazionali nonché ad aiutare le persone in difficoltà attraverso diverse forme: microcredito, prestiti antiusura, finanziamenti alla Pubblica Amministrazione per sviluppare servizi e attività di utilità sociale. Significativo anche l’impegno per la sostenibilità ambientale, che ci ha valso diversi riconoscimenti, tra cui l’inclusione in numerosi indici e il Dow Jones Sustainability.
Ricordo inoltre che il nostro grattacielo di Torino, inaugurato nel 2015, si è aggiudicato la certificazione Leed Platinum del Green Building Council, tra i primi dieci al mondo e unico in Europa. La cultura e l’arte sono due elementi del DNA degli italiani e da sempre Intesa Sanpaolo considera il ricco patrimonio artistico e culturale di cui dispone come un asset di sviluppo e crescita per le persone e per il Paese. Questa convinzione, coltivata con passione e perseveranza da Giovanni Bazoli, trova oggi concreta applicazione nelle tre sedi delle Gallerie d’Italia a Milano, a Napoli e a Vicenza dove, con spirito di condivisione e apertura alla fruizione del pubblico, sono esposti capolavori dell’arte italiana e straniera. Il progetto Restituzioni dal 1989 è il contributo di Intesa Sanpaolo alla salvaguardia di questo patrimonio nazionale in collaborazione con Soprintendenze, poli regionali e musei, per il restauro di opere d’arte non proprie. L’Archivio storico, che raccoglie la storia di famiglie e imprese delle oltre 250 banche confluite nel Gruppo, è il testimone operoso della nostra storia e, con essa, della storia italiana. In conclusione, le iniziative che la Banca ha in campo sono numerose e altrettante sono le sfide all’orizzonte che coglieremo. In questi anni la Banca è diventata un punto di riferimento nel settore bancario europeo, unendo la crescita dei ricavi all’attenzione ai costi e agli investimenti nel digitale per migliorare la qualità del servizio e l’efficienza. Come abbiamo potuto dimostrare negli ultimi stress test, il nostro modello di business è caratterizzato da una resilienza basata sulla solidità patrimoniale e un mix di ricavi di elevata qualità: lo svilupperemo e lo renderemo ancora più forte nel corso del nuovo Piano di Impresa che presenteremo all’inizio del 2018.