Cgil Umbria e Nidil Cgil: chiusura dell’Isuc sarebbe grave errore

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“La chiusura dell’Isuc, l’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea, trattato alla stregua di un qualsiasi sportello informazioni, rappresenterebbe una perdita gravissima per la nostra regione. L’Isuc è nato ormai quasi 50 anni fa per conservare e valorizzare la nostra cultura, i nostri valori, la nostra storia: possibile che questa Regione non ne colga l’importanza e la strategicità anche per il futuro dell’Umbria?”

Lo scrive in una nota Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell’Umbria, che insieme al Nidil Cgil (la categoria che organizza lavoratrici e lavoratori precari), definisce “un errore grave” l’ipotesi di una chiusura dell’Istituto, che peraltro scaricherebbe ancora una volta su lavoratrici e lavoratori precari l’incapacità della politica di trovare soluzioni stabili.

Secondo Cgil e Nidil la “scusa” dell’illegittimità dei contratti precari (in essere anche da oltre 10 anni) non regge affatto.
“Se il problema è questo – osserva Vanda Scarpelli, segretaria del Nidil Cgil – sarà sufficiente stabilizzare queste lavoratrici e questi lavoratori, che da anni con professionalità portano avanti l’attività dell’istituto. Se invece quella di chiudere l’Isuc è una scelta politica della Regione, allora che lo si dica, che si dica che 50 anni di studio, ricerca e valorizzazione della storia dell’Umbria contemporanea non hanno valore per questa amministrazione”.
“Certamente la Cgil – concludono Sgalla e Scarpelli – si batterà al fianco dei precari dell’Isuc per scongiurare questa decisione sbagliata”.