“Ci batteremo per il Recovery al Sud. E nessuno avrà lo scalpo del reddito di cittadinanza”

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Al premier Draghi e al governo, l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiede due impegni

Primo: il coraggio del sostegno ai Comuni. «Draghi abbracci la causa che il primo cittadino di Napoli Gaetano Manfredi ha aperto nel forum di Repubblica: i sindaci non possono rischiare il flop del Pnrr, o fallisce il Paese. Lo dico anche a vantaggio di tante comunità del Nord, che vivono analoghe difficoltà». Secondo: la determinazione a proteggere il Reddito di cittadinanza, appena riconfermato nella legge di Bilancio, dai rischi dei passaggi parlamentari. «Lo abbiamo corretto noi stessi – alza le mani il leader del Movimento 5 Stelle – ma le destre non avranno mai quello scalpo».
Quanto al fronte aperto dall’Anci (l’Associazione dei Comuni italiani) e ai rischi paventati da Svimez (l’Associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno) sulle enormi carenze di personale e di qualificate competenze degli enti locali, impossibilitati perfino ad accedere ai bandi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Conte annuncia «un monitoraggio da parte del Movimento 5 Stelle. Perché non ci accontentiamo della pioggia dei miliardi». L’obiettivo di colmare i gap «deve essere centrato».
Presidente Conte, lei dice: Draghi abbracci la causa di Manfredi. Ma allora il “Patto per Napoli” a cosa è servito? A nulla?
«Tutt’altro. Con quel Patto abbiamo rimesso al centro dell’agenda e del dibattito pubblico il tema, in modo che nessuno possa ignorarlo o fare spallucce. Potevamo accontentarci di mettere in mano a Manfredi il volante della città per rivendicare un successo elettorale. Invece vogliamo mettere la benzina nel motore. L’obiettivo non era vincere le elezioni, ma offrire una prospettiva di vita migliore ai cittadini. Questo è il messaggio dirompente lanciato da Manfredi, che noi abbracciamo e difendiamo. Il fardello di Napoli su risorse e personale non è un problema solo per la città, ma per il Paese».
«Ci siamo confrontati e ci confronteremo ancora su questo, non ci accontentiamo certo di una firma su un documento. Faremo sentire la nostra voce al governo e nelle Camere».
E il suo Movimento?
«Il Movimento si doterà di una struttura di monitoraggio del Pnrr. Non ci basta aver conquistato quei 209 miliardi, ora vogliamo controllare che quei finanziamenti migliorino in tempi certi la vita delle persone, correggendo per tempo eventuali storture su dotazioni finanziarie e tecniche».
Da ex premier, nessuna responsabilità su questo?
«Nella mia esperienza di Governo la messa a terra di progetti e fondi è stata quasi un’ossessione, di certo non è una sfida semplice. Abbiamo sempre creduto che la stessa macchina di Palazzo Chigi andasse messa a disposizione delle amministrazioni locali: penso ad esempio ai Cis e all’azione per seguire evoluzione e formulazione dei progetti territoriali. Lo dimostrano i provvedimenti: il M5S non ha mai perso di vista in questi anni l’esigenza di sostenere i Comuni con nuove risorse, per non lasciarli in ostaggio delle loro difficoltà finanziarie».
Non pensa che sull’adozione degli strumenti richiesti da Anci e Regioni del Mezzogiorno al governo, possano prevalere veti ideologici, a trazione leghista?
«Non credo che Draghi si faccia impressionare da presunti veti ideologici, credo sia consapevole del fatto che senza il Sud non riparte l’Italia. Usciamo da questa triste sfida fratricida Nord-Sud: è miope. Lo scenario attuale ci dice che ci sono tanti Sud anche al Nord. Se si vuole dare un senso alla missione Pnrr e crescita, dobbiamo stare tutti dalla stessa parte della barricata. I sindaci, specie nelle aree da rilanciare, non vanno lasciati soli».
Per la Legge di Bilancio, avete portato a casa Superbonus e il mantenimento di un Reddito di cittadinanza corretto. In Parlamento riuscirete a blindare questi risultati?
«Abbiamo migliorato noi stessi il Reddito di cittadinanza: più controlli, più incentivi per accettare le offerte di lavoro, sgravi alle imprese per favorire le assunzioni…».
«Le destre si sbracciano per colpire uno strumento di sostegno a lavoratori sottopagati, persone in povertà, minori, fragili, disabili. Ma strizzano l’occhio all’evasione fiscale da oltre 100 miliardi l’anno che noi abbiamo combattuto con programmi come il Cashback. Non esibiranno mai questo scalpo, si mettano l’anima in pace».
«Il M5S si è collocato all’opposizione, ma ci interessa continuare il percorso avviato da Virginia per migliorare Roma. Faremo muro quando si sceglierà la strada sbagliata; ma daremo il nostro contributo quando si farà il bene della Capitale».
Fibrillazioni al Senato. Castellone scelta al posto del collega Licheri. Ma i gruppi parlamentari 5S a chi rispondono?
«Mi dispiace che Castellone e Licheri abbiano dovuto subire il gioco delle etichette, che fanno comodo a chi non ama il M5S...».