La mancanza di medici e infermieri, ma anche di operatori sociosanitari, è il risultato di una programmazione che nel corso degli anni si è rivelata poco lungimirante e inadeguata perché gestita non in base alle esigenze del SSN ma rispetto alle risorse disponibili”. Lo afferma la presidente di Aiop, Barbara Cittadini, in merito al XVII Rapporto del CREA (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) dell’Università Tor Vergata di Roma, dal quale emerge che con riferimento alla sola fascia over 75, che è in continua crescita per effetto della scarsa natalità e l’allungamento dell’aspettativa di vita, il numero di medici ogni 1000 abitanti over 75 risulta essere inferiore rispetto a quello della media dei Paesi europei considerati, così come quello degli infermieri: allo stato attuale mancano all’appello più di 17mila medici e 350mila infermieri.
Secondo la presidente di Aiop “le restrizioni imposte per arginare il contagio, il costante aumento dei ricoveri, la riconversione di interi reparti ospedalieri da destinare ai malati Covid, hanno portato gli ospedali a livelli di stress inaccettabili, con una preoccupante penuria di posti letto e liste d’attesa che si sono ancor più allungate. Molte persone hanno rinunciato alle cure e tante operazioni chirurgiche sono state annullate, con i Pronto soccorso in perenne affanno e le ambulanze trasformate in provvisorie stanze di ricovero”.
Aiop interviene anche sul tema dei posti letto, partendo dalla constatazione che l’Italia ha il rapporto posti letto/abitanti (3 posti letto per acuti per mille abitanti) più basso rispetto ai valori della Germania (6 posti letto per acuti per mille abitanti), della media dei Paesi del G7 (4,3 posti letto per acuti per mille abitanti) e della media dei Paesi OCSE Europa (3,3 posti letto per acuti per mille abitanti)