Con “Il Po d’AMare” Torino ripulisce il grande fiume

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Torino è la prima città a sperimentare un progetto in grado di ripulire il fiume Po da rifiuti galleggianti di vario tipo, plastiche comprese. L’iniziativa, battezzata opportunamente ‘Il Po d’aMare’, prevede barriere “intelligenti” a pelo d’acqua in grado di intercettarli prima che raggiungano il mare, distinguendone pure la tipologia. Diversi e autorevoli i soggetti che hanno concepito e varato il progetto pilota: Iren e Amiat, la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, il Consorzio Castalia e Corepla, con il coordinamento dell’Autorità del bacino distrettuale del fiume Po. Sono arrivati anche il patrocinio del ministero dell’Ambiente, dell’Aipo e la collaborazione della Città di Torino.

“L’80% dei rifiuti in mare deriva dalla terraferma. Questo progetto ci permette di capire quanti rifiuti in particolare plastici sono trasportati dal Po e fare attività di prevenzione”, spiega Andrea Barbabella di Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. “Iren – sottolinea il presidente Renato Boero – crede nella sperimentazione di soluzioni innovative per la salvaguardia ambientale. È una straordinaria occasione di sensibilizzazione verso la popolazione”. “Una corretta gestione dei rifiuti a terra è il gesto più importante per preservare i mari”, aggiunge il presidente Corepla, Antonello Ciotti.

Le barriere sono posizionate in zona Murazzi, fra i ponti Vittorio Emanuele I e Umberto I. Le modalità d’intercettazione e raccolta dei rifiuti sono a cura della società Castalia Operations nell’ambito del progetto Seasweeper. Il sistema è composto da due moduli progettati per restare posizionati fino a dicembre 2019. Le barriere non interferiscono con la flora e la fauna del fiume.

“Sono orgoglioso che il progetto si realizzi proprio nell’anno in cui Amiat festeggia i 50 anni e ritengo che la partecipazione attiva a questo importante progetto sia un’ulteriore testimonianza di come l’azienda e la città di Torino siano sempre disponibili a testare nuove soluzioni finalizzate a migliorare la qualità ambientale del territorio”, sottolinea Christian Aimaro, presidente Amiat Gruppo Iren. “L’estensione del progetto Il Po d’aMare alla nuova area individuata a Torino – afferma il segretario generale dell’Autorità di Bacino distrettuale del Po, Meuccio Berselli – ci consente di incrementare il livello di informazioni essenziali per un esame affidabile e approfondito riguardante la presenza dei materiali plastici nel Grande Fiume”. “Il nostro impegno continua nella speranza che questo sforzo oltre a risultati di numeri, quantità di rifiuto raccolto prima che raggiunga il mare, possa sensibilizzare in modo adeguato i cittadini”, aggiunge Lorenzo Barone di Castalia Operations.