Conte ci mette la faccia, Draghi si nasconde

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Si può essere d’accordo o meno con il green pass obbligatorio per tutti i lavoratori, non è questo il punto,

il Presidente del Consiglio Mario Draghi, insieme a tutti i ministri del suo governo, si è assunto questa responsabilità, punto. Del resto nella sua veste di “non politico”, può permettersi di assumere qualsiasi decisione senza guardare al ritorno elettorale. Chi ce lo ha messo lo ha calcolato e voluto. Stiamo vivendo la stessa situazione di quando, nel 2012, con un Italia sotto attacco della speculazione internazionale, ci ritrovammo Mario Monti al governo, un altro tecnico, il quale si assunse l’ingrato compito di farci digerire la schiforma sulle pensioni della sua ministra piagnona Elsa Fornero e il pareggio in bilancio.

Oggi cambia il nemico da combattere, i temi da affrontare, ma la sostanza non cambia: Monti ci doveva tirare in salvo dalla tempesta finanziaria adottando una linea di governo lacrime e sangue, Draghi ci deve portare fuori, definitivamente, con le buone e le cattive, dalla pandemia e gestire i 209 miliardi del Pnrr inusitatamente portati dall”Europa da un cittadino prestato alla politica come Giuseppe Conte. Una variante, un anomalia non prevista dal sistema a cui occorreva mettere riparo. E così è stato. Fosse rimasto Conte al governo del Paese, s’era capito, avrebbe gestito quella montagna di soldi nell’interesse della collettività, cioè del popolo, mettendo in secondo piano le lobby del capitale e della finanza. Lo capite da voi, “nun se poteva fa”.

Tutto questo lungo preambolo per dire che non mi meraviglio più di tanto della linea dura, impopolare, asettica per certi versi, che ha assunto Mario Draghi al governo del Paese. Ciò che però non digerisco è la sua assoluta mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini italiani. Una misura severa e condizionante come quella che ha assunto ieri lui, che ha imposto il green pass alle decine di milioni di lavoratori pubblici, privati e autonomi del Paese, esigeva il metterci la faccia. Gli imponeva, per il rispetto che anche un tecnocrate come lui deve al popolo italiano, di spiegare, argomentare e assumersi la responsabilità, in primis, della sua scelta.

Ieri a presenziare la conferenza stampa seguita all’adozione del nuovo decreto Green Pass, Mario Draghi ci ha mandato 3 dei suoi ministri : Brunetta, Gelmini, Speranza che, alla bene e meglio, si sono cavati dall’impaccio. Uno spettacolo indecoroso. E mi ritorna in mente il criticatissimo stile Conte quando, nei quasi due anni di pandemia da Covid-19, si è dovuto far carico delle decisioni più gravose mai assunte da un nostro governo dal dopoguerra. Lui non si è mai sottratto al giudizio del popolo e il popolo, pur sgomento, pur scioccato, lo ha compreso e lo ha seguito.

Se oggi Giuseppe Conte riempie le piazze di tutta Italia mentre Mario Draghi si deve trincerare dietro il suo fortino, non è un caso.

Roberta Labonia