Attaccato da tutti perché la sua personalità granitica e le sue grandi doti di mediazione, insieme alla solidità con cui ha affrontato ogni ostacolo, lo hanno rivelato al mondo come un gigante politico.
In Italia, si sa, i giganti non piacciono.
Almeno non in politica dove la statura – purtroppo – è mediamente più bassa.
Non oso immaginare questo paese che fine avrebbe fatto, se fosse stato, in piena Pandemia, sotto un’altra guida.
Ed ora men che mai è il momento di rischiare una crisi di governo (in realtà già solo il rischio è un’offesa all’immagine del Paese nel contesto degli scenari internazionali).
Dopo il chiacchiericcio degli ultimi giorni, infatti, il mondo comincia a guardarci con preoccupazione.
“Le cancellerie internazionali sono già in fibrillazione per una crisi del governo, e il premier olandese Mark Rutte è già pronto a chiedere di sospendere la prima rata del Recovery Fund all’Italia” racconta una fonte di governo.
Ci sono i grandi politici e i produttori di ultimatum, che da destra a sinistra più o meno si somigliano tutti.
In questo momento il bene degli italiani e dell’Italia nel mondo si chiama Giuseppe Conte
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