Coronavirus, Brusaferro (Iss): “Meglio un passo alla volta”

0
61

Siamo il Paese pilota perché in Occidente, nessuno ha affrontato questi problemi prima di noi”
“Quando parlavamo delle chiusure, dicevamo che ci volevano almeno 15-20 giorni per valutarne gli effetti. La stessa cosa vale quando si riapre, del resto le modalità con le quali si diffonde il virus sono sempre le stesse. Se si decidono troppe riaperture insieme e tornano ad esserci molti casi non si capisce dove si è sbagliato e bisogna richiudere tutto. Meglio procedere un pezzo alla volta, senza scordarci che siamo il Paese pilota perché in Occidente nessuno ha affrontato questi problemi prima di noi”. E’ quanto ha detto a Repubblica il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, a proposito della Fase 2.
“La scuola – ha aggiunto il numero uno dell’Iss – secondo i nostri modelli adesso rappresenta un rischio significativo rispetto alla circolazione del virus. In una fase delicata come quella che stiamo intraprendendo va fatto un passo alla volta. Qualunque sia la misura che si adotta, all’inizio ci sono delle asincronie, nel senso che non tutto quello che ruota attorno ad un settore è allineato. Bisognerà che le autorità e i datori di lavoro trovino delle forme di flessibilità per superare questo problema delle famiglie. Io qui voglio ricordare che siamo ancora nel periodo epidemico e che viviamo una situazione eccezionale”.
“Ad oggi – ha spiegato ancora Brusaferro – non ci sono le condizioni per pensare di riaprirli quest’estate. Poi vediamo come evolvono i dati. Anche per questo dobbiamo vedere come evolve la circolazione del virus. Stiamo seguendo un modello simile a un puzzle, con tante tessere. Via via che ne inseriamo di nuove va trovato l’equilibrio rispetto al rischio di altri casi, prima di aggiungerne altre. Adesso è presto per dire quale sarà la situazione a settembre”.
“Gli anziani sono i soggetti più a rischio – ha detto ancora il presidente dell’Istituto superiore di Sanità -, specialmente se colpiti da più patologie, quindi da una parte devono evitare di contrarre il virus e dall’altra devono fare quel minimo di attività che consenta di vivere bene la vecchiaia e controllare certe malattie. Potranno fare due passi ma in modo protetto ed evitando più degli altri tutte le condizioni di aggregazione sociale. Lo so, alcuni disagi ci sono ma vale la pena affrontarli”.