Crisanti: “Terza dose non è fallimento vaccino”

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Portare la validità del green pass a nove mesi “ha senso, io la porterei a sei, lo dico sinceramente. Il problema è che poi lasciamo praticamente tutti gli italiani senza green pass”

Così a Buongiorno, su Sky TG24 Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia dell’Università di Padova.

“Ho sempre sostenuto – ha spiegato – che il green pass non è una misura di sanità pubblica, perché di fatto non se ne è mai verificato l’impatto. Il fatto che si sapesse già mesi fa che la vaccinazione dura circa sei mesi rafforzava questo mio giudizio.

C’è sicuramente un disallineamento temporale tra la durata del green pass e la durata della vaccinazione, nel senso che dopo sei mesi la protezione contro l’infezione diminuisce dal 95% a circa il 40%, mentre la protezione contro le complicazioni gravi della malattia diminuiscono dal 90% al 65%. Quindi sebbene scarsamente protette contro l’infezione, le persone sono ancora abbastanza protette contro le complicazioni gravi. Non è vero che dopo sei mesi il vaccino non funziona più, ma una persona può infettarsi e trasmettere la malattia e questo è in contraddizione con la durata del green pass”.

“Anticipare il richiamo a cinque mesi ha una sua logica, bisogna vedere se tutto questo è attuabile dal punto di vista della logistica del sistema sanitario, più si respinge il tempo e più aumentano le dosi da fare e la logistica per farlo. Sarebbe opportuno perché anticipa la caduta della protezione”. Lo ha detto a Buongiorno, su Sky TG24 Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia dell’Università di Padova. “C’è da dire – ha concluso – che la terza dose ripristina completamente la protezione, i dati di Israele da questo punto di vista sono inequivocabili”.

Il prossimo Natale sarà più libero di quello dell’anno scorso? “ Penso di sì. Questo mio ottimismo deriva dalla situazione dell’Inghilterra, dove hanno vaccinato circa il 75% della popolazione, hanno iniziato a fare le terze dosi in modo abbastanza aggressivo, però non applicano misure di restrizione o contenimento.

Non c’è nessun divieto di assembramento e nessun obbligo di usare la mascherina nei luoghi chiusi, e si è stabilito un equilibrio, settato a circa 40mila casi e 100-150 decessi al giorno. In Italia, oltre alla vaccinazione, usiamo determinati accorgimenti come l’uso delle mascherina al chiuso e sui messi pubblici, il Green pass e una percentuale di persone vaccinate leggermente più elevata. Penso che in Italia si stabilirà un equilibro a livelli più bassi, probabilmente avremo intorno a 15-20mila casi, e a un numero di decessi accettabile e non più elevato di quello che potrebbe causare un’influenza abbastanza severa”. Lo ha detto a Buongiorno, su Sky TG24 Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia dell’Università di Padova.