Per mesi ci siamo battuti perché l’emergenza pandemica penalizzasse il meno possibile i bambini e i ragazzi. Lucia Azzolina
e il MoVimento 5 Stelle
hanno difeso con le unghie e con i denti il diritto all’istruzione, sottolineando come l’incidenza del contagio all’interno delle scuole fosse minima e che pertanto le scuole e i nidi sarebbero dovuti essere gli ultimi a chiudere.
Nelle ultime settimane la situazione è cambiata, le nuove varianti sembrano abbassare l’età media del contagio, questo implica una riflessione maggiore sulla didattica in presenza in alcune zone, ma non può in alcun modo giustificare la chiusura indiscriminata di tutti gli istituti di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia e gli asili nido.
Da lunedì 9 studenti su 10 non frequenteranno più le scuole almeno fino a dopo Pasqua. Così, sembra essere tornati alla situazione di un anno fa, sebbene in un anno molte cose siano cambiate: ha avuto avvio la campagna di vaccinazione, larga parte del personale scolastico ed educativo è stato sottoposto al vaccino, le scuole si sono attrezzate per consentire la didattica in sicurezza e i dati continuano a non giustificare la chiusura.
Per questo appare davvero incomprensibile la decisione del governo di disporre la sospensione dell’attività didattica in presenza in tutte le scuole in zona rossa. Il dpcm del 2 marzo consente al Ministero della Salute, di concerto con i Presidenti delle Regioni interessate, di prevedere anche in zona rossa l’esenzione dall’applicazione di alcune misure, come quella della sospensione dell’attività didattica e dei servizi educativi e dell’infanzia.
Chiediamo quindi che il Ministro Speranza valuti la possibilità di fare un passo indietro, almeno per i bambini più piccoli fini alle elementari. Questo anno ha imposto sacrifici a tutti, ma i più penalizzati sono senza dubbio i bambini che pagheranno questo vuoto formativo, educativo e sociale nei prossimi mesi e anni.
Nessuno deve rimanere indietro MAI!
