DECRETO LIQUIDITÀ, COME FUNZIONA LA GARANZIA PUBBLICA

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Fino a 400 miliardi di euro di liquidità, che aggiunti ai 350 calcolati come effetto potenziale del decreto “Cura Italia”, porterebbe a 750 miliardi le risorse mobilitate dal governo italiano per sostenere imprese e attività produttive colpite dalla crisi economica legata all’emergenza Coronavirus.

Sarebbe questo, secondo quanto annunciato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, l’effetto del cosiddetto “Decreto Liquidità”, approvato dal consiglio dei ministri nella giornata di ieri, il cui obiettivo è quello di iniettare nel sistema risorse economiche attraverso prestiti garantiti dallo Stato.

Garanzie che lo Stato concederà alle imprese (ma anche a professionisti, artigiani e partite IVA) attraverso Sace, la società che si prenderà in carico di garantire i finanziamenti per le aziende più grandi, e il Fondo di garanzia per le PMI, che si farà carico di garantire i finanziamenti per tutte le imprese con meno di 500 dipendenti.

Decreto Liquidità – I prestiti garantiti per le PMI
Tutti i finanziamenti dovrebbero avere tassi di interesse compresi tra lo 0,2% e 0,5%, con restituzione fino a 6 anni e inizio del rimborso non prima di 18-24 mesi (preammortamento).

Nella categoria delle PMI il decreto fa rientrare le imprese fino a 499 dipendenti. Ma ci sono diverse fasce d’intervento a seconda dell’importo del prestito e anche del fatturato dell’azienda.

Per i prestiti più piccoli, fino a 25 mila euro, viene introdotta per tutti una procedura super agevolata, senza istruttoria né da parte delle banche né da parte del Fondo centrale di garanzia. In questo caso la garanzia pubblica sarà pari al 100%.

Per i prestiti fino a 800 mila euro e per chi fattura meno di 3,2 milioni di euro, invece, la garanzia pubblica resterà ancora al 100% ma ci sarà una valutazione dell’impresa fatta dal Fondo centrale di garanzia. Valutazione che non riguarderà la situazione attuale, altrimenti nessuno prenderebbe nulla, ma gli ultimi due anni, con bilanci e dichiarazioni fiscali.

Per i prestiti superiori agli 800 mila euro, e con un tetto massimo di 5 milioni, la valutazione resta mentre la garanzia scende al 90%. Può tornare piena, e cioè al 100%, servirà l’intervento dei Confidi, i consorzi di garanzia collettiva dei fidi, che dovranno farsi carico del 10% restante.

Decreto Liquidità – I prestiti garantiti per le aziende con più di 499 dipendenti
Superata la soglia dei 499 dipendenti esce di scena il Fondo di garanzia ed entra in campo Sace, società controllata dalla Cassa depositi e prestiti che si occupa di assicurazione e servizi finanziari per le aziende che fanno export, il cui coordinamento è stato affidato al Ministero dell’economia e delle finanze.

Anche in questo caso l’intervento è diviso per fasce, anche se la garanzia pubblica non è mai al 100%.

Per le aziende che hanno meno di 5 mila dipendenti e un fatturato fino a 1,5 miliardi di euro la garanzia sarà del 90%
Per quelle che hanno un fatturato tra 1,5 e 5 miliardi di euro scende all’80%
Per quelle che hanno un fatturato superiore ai 5 miliardi di euro sarà invece del 70%.
Decreto Liquidità – Per le grandi imprese serve l’ok della Commissione europea
Il pacchetto liquidità per le imprese più grandi è al momento sospeso fino all’ok da parte della Commissione europea.

Una garanzia pubblica così elevata unita a un tasso d’interesse vicino alla zero somiglia in effetti a un’iniezione diretta di denaro pubblico nel sistema produttivo. Ma il coronavirus ha mandato in soffitta tante regole europee sulle quali fino a poche settimane fa il controllo era ferreo.