Difficoltà operative aziende riflesse su PMI e inflazione

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FIRMA PROTOCOLLO E VISITA AL NUOVO CENTRO MECHATRONICS PROTOTYPINC FACILITY AL POLO MECCATRONICA DI ROVERETO TRENTO 3 APRILE 2017 FOTO PAOLO PEDROTTI

Alla fine, le difficoltà riscontrate dalle aziende sulle catene di approvvigionamento sono emerse in diverse sfaccettature

Un esempio è dato dall’annuncio di Apple sul taglio alla produzione del nuovo iPhone 13 (10 mln di pezzi in meno) a causa della carenza di microchip e semiconduttori. Anche Philips ha ridotto le stime di crescita e la previsione sui ricavi rispetto alla precedente guidance sempre per lo stesso motivo.

L’ultima edizione del Beige Book poi, diffusa dalla Fed, ha confermato il rallentamento della ripresa in Usa, a causa di carenza di manodopera e interruzioni nella supply chain globale ma anche per i timori relativi alla variante Delta del coronavirus.

L’impatto si è visto anche nelle ultimissime indagini PMI flash di ottobre pubblicate per le maggiori economie dell’Eurozona. Le difficoltà dal lato dell’offerta hanno pesato, spingendo il manifatturiero della Francia in territorio di contrazione a 46.2 dal precedente 51.3 a settembre, mentre i servizi sono leggermente migliorati. In Germania il manifatturiero ha corretto ma mantenuto la soglia di espansione (51.1 dal 54.2 di settembre), ma i servizi non sono stati risparmiati dalla nuova impennata dei casi di coronavirus con l’indice che è sceso marcatamente a 52.4 dal precedente 56.2. Sono evidenti i segnali di rallentamento in giro per il globo e questo aumenta le incertezze per le già difficili scelte che hanno di fronte le banche centrali fra accettare inflazione alta o rischiare la recessione con manovre monetarie di contenimento.

Proprio l’inflazione sempre più alta e preoccupante è alla base die movimenti dei tassi di questi ultimi giorni: i rendimenti globali sono in generale rialzo, guidati dai breakeven inflation, mentre i tassi reali calano sia in USA che in Eurozona.

Le attese di inflazione, con la loro pressione sui rendimenti, si riflettono in alcuni dati significativi: l’inflation swap a 10 anni Eurozona (l’inflazione composta mediamente attesa per i prossimi 10Y) ha superato il 2% (ora a 2.07%) per la prima volta da inizio 2013, e quello a 5 anni si trova a 2.17%! Il tutto nonostante le misure cinesi sul contenimento del prezzo del carbone (aumento della produzione) e una corposa correzione di metalli industriali e petrolio sul finire della settimana. L’inflazione sta diventando sempre di più l’osservato speciale per capire la reazione su tassi e sulle decisioni delle aziende.