E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale

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POVERTA

Che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese

L’articolo 3 della Costituzione, uno dei più importanti, è quello più dimenticato. Dei diritti economici e sociali non frega più niente a nessuno nei palazzi, nei salotti e nei CDA che contano. Forse perché da quelle parti nessuno sente il problema. Nessuno sente i crampi allo stomaco, nessuno si fa venire strane idee davanti ad una finestra aperta, nessuno è costretto a dire ai propri figli dei No che in un mondo normale dovrebbero esser dei Sì. Nessuno deve scegliere tra il lavoro e la malattia, tra il pane e un tumore, tra il digiuno o uno strozzino. Eppure i padri costituenti avevano ben compreso che le difficoltà economiche fossero limiti alla libertà dell’individuo.
La pandemia ha acutizzato un fenomeno già dilagante negli ultimi 30 anni. L’aumento della disparità economica. Mai nella storia dell’umanità vi è stata una diseguaglianza sociale ed economica tra persone come quella di oggi. Ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri ed in numero sempre più numeroso. Oggi sono poveri coloro che non dovrebbero essere poveri.

Pensionati, piccoli e medi imprenditori, padri separati, laureati. C’è chi lavora ma è povero perché un lavoro magari basta per un pasto solo e da solo. Solitudine e povertà vanno a braccetto. Anche questo scrissero i padri costituenti. Gli ostacoli economici e sociali impediscono l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Dunque impediscono la vita. Neppure ai politici sembra più interessare il tema. Distratti dalle ormai quotidiane e barbosissime polemiche da social hanno smesso di guardare la realtà.

Forse per senso di vergogna, forse perché i disperati, in quanto disillusi, non rappresentano più un bacino elettorale per nessuno, forse perché a forza di frequentare il jet set pensano al loro up-grade piuttosto che alle condizioni di vita di milioni di italiani (o miliardi di abitanti del pianeta). La politica professionista e la democrazia rappresentativa mostrano tutti i loro limiti. Stare troppo tempo nei palazzi ti annebbia la vista, ti droga di privilegi, ti fa credere che le diatribe interne, i comunicati stampa, i sondaggi commissionati, le bandierine da piazzare e gli incontri propedeutici alla propria legittimazione nell’establishment siano la realtà. Ci sono stato nel “palazzo” e ho visto con i miei occhi quanto sia facile passare da chi pensa al presente dei cittadini (i propri datori di lavoro) a chi pensa al futuro proprio. “Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti” diceva qualcuno. Sembra impossibile ma oggigiorno, nonostante “progresso” e tecnologia, i poveri sono sempre più.