La vigenza del Governo di unità nazionale di Mario Draghi sembra facilitare la convergenza delle proposte provenienti da Partiti diversi sia alla Camera e al Senato che nella società civile
I Senatori Mauro Marino (Italia Viva) e Dario Damiani (Forza Italia) promotori di altrettanti progetti normativi che sembrano adesso destinati a un dialogo e cammino unificato tanto a Palazzo Madama quanto a Montecitorio
Si appresta in parallelo a debuttare nelle librerie la ristampa dei “Cattolici Uniti” in una speciale edizione, prefazionata dal Banchiere e scrittore Beppe Ghisolfi – “pioniere” della materia – e dedicata ai 130 anni della Dottrina sociale e dell’educazione al risparmio di cui viene statuito l’insegnamento obbligatorio nella generalità e totalità degli istituti scolastici e professionali
L’avvento e il consolidamento del Professor Mario Draghi, past president della BCE, a Palazzo Chigi, rappresentano una congiunzione di assoluto favore non soltanto ai fini del pieno ottenimento e utilizzo dei fondi europei – risultato questo mai raggiunto da nessun precedente Governo in Italia – ma anche per celebrare l’arrivo al definitivo traguardo dell’approvazione di progetti e proposte di legge finora rimasti tali a causa della dialettica fra Partiti diversi adesso invece in costante dialogo fra loro.
Una circostanza, questa, che sembra verificarsi sia in ambiti come la Giustizia e la Pubblica Amministrazione, sia in altri come è appunto l’Educazione economico-finanziaria. Dove alcune meritorie iniziative sono già state presentate in passato, ma erano il portato di singole forze politiche o di specifici gruppi all’interno di esse. Adesso, però, i tempi istituzionali sono maturati, e alla diffusa consapevolezza dell’importanza di questa materia in pressoché tutti i settori della Società civile – dalle Banche alle Associazioni di categoria, alle Scuole sulla base di iniziative autoregolamentate – corrisponde un analogo trasversale livello di sensibilità nell’arco costituzionale parlamentare oltre le varie sigle di bandiera.
Di particolare rilievo il progetto del Senatore Mauro Maria Marino, parlamentare torinese di Italia Viva, che a Palazzo Madama, assieme alla collega Daniela Sbrollini, ha formalizzato un testo normativo contestualmente depositato alla Camera dei Deputati da Massimo Ungaro. Il documento consiste in un insieme di articoli dispositivi che completano quanto già avviato e realizzato dallo stesso Marino nel corso della passata legislatura 2013-2018 – e che ebbe una tappa pubblica in Fossano nel 2017 promossa assieme al Banchiere Beppe Ghisolfi – prefigurando ora l’impegno dello Stato a promuovere l’educazione finanziaria come strumento per realizzare la più ampia nozione di “cittadinanza economica” sia fra i giovani in età scolare sia fra gli adulti in generale.
Obiettivi che dovrebbero integrare un’altra fondamentale proposta, firmata sempre in Senato dal Parlamentare di Forza Italia Dario Damiani, assieme al collega cuneese Marco Perosino, e che si prefigge di introdurre strutturalmente l’insegnamento dell’educazione economica e finanziaria nelle scuole primarie e secondarie, quindi dalle Elementari fino alle Superiori: progetto alla cui presentazione prese parte a una conferenza ufficiale lo stesso Ghisolfi. La cui prefazione accompagna infine la seconda stampa del Libro “Cattolici uniti per benedire un’Italia nuova” (di Tonoli, Brambilla, Zorgniotti, Morelli e Cassano, edizioni “Tracce per la meta”) di imminente uscita e realizzata per celebrare i 130 anni della Dottrina sociale e dell’educazione al risparmio antesignana di quella finanziaria: in tale volume si trova contenuta la reiterazione della proposta, elaborata fin dalla prima stampa di inizio 2019, per lo studio applicativo obbligatorio della disciplina negli istituti sia scolastici che professionali, nelle associazioni sindacali, patronali e di categoria e nei centri ricreativi e di incontro per giovani e anziani.
Insomma, la ripartenza che interesserà, assieme all’economia, il mondo della scuola, si appresta a far suonare quella campanella il cui trillo era atteso da prima dello shock pandemico ma oramai è diventato più che necessario per riattivare in fiducia e sicurezza il circuito del risparmio familiare non come grandezza fine a se stessa ma come fattore di reinvestimento libero e informato verso il rilancio produttivo dell’Italia e dei suoi distretti territoriali.



