Erdogan gioca una partita cinica

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L’Europa gliel’ha lasciata fare.
Lo ha riempito di soldi, nella fase acuta della crisi siriana, esternalizzando la tragedia dei profughi.
E adesso paga un conto salatissimo.
Le cancellerie europee dovranno spiegare perché un Continente di 516 milioni di persone non ha voluto assumersi alcuna responsabilità nella redistribuzione dei rifugiati.
Insomma prima di essere vittime, siamo stati complici.
Oggi il sultano turco alimenta diversi fronti aperti in Medio Oriente.
Tutti giocati contro gli interessi strategici, politici e militari dell’Europa.
In Siria per schiacciare definitivamente l’anomalia democratica e laica rappresentata dai Curdi e tenere in vita quel che resta della minaccia jihadista.
Ricordiamoci sempre che il Daesh è stato soprattutto un esperimento di laboratorio, dove Ankara ha avuto non poche responsabilità.
In Libia invece apre un conflitto regionale, inviando reparti speciali e contribuendo ad allontanare qualsiasi tregua.
La Turchia del Sultano – ormai sempre più sull’orlo di una dittatura che arresta deputati, giornalisti, servitori dello stato – pretende il suo spazio vitale per arginare la bolla economica, ricatta gli alleati della NATO, scatena una crisi umanitaria che mette a dura prova la Grecia.
Per questo Lesbo non va lasciata sola.
Per questo l’Europa si deve muovere.
Ora.

Arturo Scotto