Fao: sono 59 le foreste urbane nel mondo

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La forestazione urbana è oramai un tema cruciale per migliorare il nostro futuro e quello delle nostre città. La sfida è quella di aumentare gli spazi verdi nelle città, riducendo il traffico delle auto. Al giorno d’oggi le città consumano il 75% delle risorse del nostra pianeta ma occupano solamente il 3% della superficie terrestre. Numerosi studi, esposti durante il forum di Mantova del 2018, hanno dimostrato come le città ricche di alberi siano più sicure, più ricche e importanti per il benessere dei cittadini.

La FAO (Food and Agricolture Organisation of United Nations), ha stilato un elenco delle foreste urbane che hanno reso le città luoghi migliori in cui vivere: Dublino, Lubiana, Quito, Parigi, Erevan, ma anche metropoli come New York, San Francisco e Toronto, o le città italiane di Milano, Torino e Mantova e poi piccoli centri come Bradford (Regno Unito), Thunder Bay (Canada) o Tempe (Arizona). Sono solo alcune delle prime città che si sono guadagnate il titolo di ‘Tree City’ riconosciuto dal programma Tree Cities of the World, promosso da FAO e Arbor Day Foundation, che intende creare città più resilienti e sostenibili. La lista delle 59 città che hanno ottenuto la designazione internazionale è stata annunciata ieri. E oltre altre 100 città, che si sono impegnate a partecipare – e a soddisfare gli standard richiesti – dovrebbero qualificarsi nel prossimo futuro.

Oltre a promuovere la gestione efficiente delle risorse verdi urbane, spiega la Fao in una nota, “il programma ‘Tree Cities of the World’ mira a creare una rete internazionale di città, favorendo la condivisione di conoscenze e buone pratiche per la gestione sostenibile delle foreste urbane e degli spazi verdi”. D’altra parte le città occupano solo il 3% della superficie del pianeta, ma ospitano quasi il 60% della popolazione mondiale, che consuma il 75% delle risorse naturali.

Gli alberi, sottolinea l’organizzazione, “possono ridurre i rumori, proteggere le fonti idriche, prevenire l’erosione del suolo e ridurre i costi energetici per l’aria condizionata e il riscaldamento”. Ma soprattutto, “possono migliorare la salute e il benessere delle persone”.