Fase 2, Toti: “Finita l’epoca del ‘dovete chiudere’, ora si passa al ‘potete aprire'”

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GENOVA – “Stiamo lavorando per riaprire il Paese da lunedì 18 maggio. Dobbiamo dare certezze alle imprese e fare sì che possano ricominciare con regole certe e applicabili. I documenti Inail saranno linee di principio, le Regioni faranno le norme di dettaglio. Finisce l’era del ‘dovete chiudere’, comincia l’epoca del ‘potete ripartire’. Ognuno lo farà con i suoi tempi e i suoi modi” spiega il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti nel corso della conferenza stampa per fare il punto sulle misure adottate in questi mesi di emergenza coronavirus in Liguria.

“””La Regione Liguria consentirà la riapertura di negozi, bar, ristoranti, centri sportivi, parrucchieri ed estetisti dal prossimo lunedì. Ogni imprenditore potrà decidere quando si riterrà pronto per tornare al lavoro. Il Governo propone la riapertura degli stabilimenti balneari (ad eslusione ovviamente dei ristoranti sulla spiaggia che riapriranno con gli altri, ndr) il 3 giugno, ma le Regioni potranno anticipare. Ci consulteremo nelle prossime ore con gli operatori. I confini tra Regioni potrebbero riaprirsi il 3 giugno” conclude il governatore ligure.

“I documenti Inail devono essere linee di principio”, ha spiegato Toti. Le indicazioni arrivate dai ‘tecnici’ – come quella dei 4 metri per i ristoranti o dei 5 per gli ombrelloni – non convincono. Da qui le proteste dei presidente di regioni e l’obiettivo del governo di fare una sintesi. Oltre al decreto legge ora sul tavolo del Cdm ci sarà anche un dpcm che dovrebbe fornire qualche indicazione in più. Sul tavolo c’è il compromesso di una misura standard che potrebbe essere quella dei due metri. In ogni caso oggi molti presidenti di regione manifestano forti perplessità sulla nuova fase. C’è il rischio che si possano aprire dei contenziosi col pericolo di una responsabilità penale che possa essere scaricata proprio sui governatori.

L’assessore regionale alla Sanità Sonia Viale spiega il lavoro svolto durante questi mesi di emergenza: “Un ringraziamento al personale sanitario. Le residenze sanitarie, dobbiamo fare tesoro di questa esperienza per essere certi che anche loro oltre al personale sanitario abbia a disposizione i dispoitivi di protezione individuale. Per quanto riguarda i tamponi, abbiamo lavorato sempre ascoltando i nostri esperti. L’ospedale San Martino di Genova è stato un punto di riferimento straordinario per quanto riguarda questa emergenza coronavirus. Il lavoro non è finito, la strada è ancora lunga, dobbiamo trovare equilibrio tra l’emergenza coronavirus e la ripresa economica, è la prossima sfida e la vinciamo” conclude.

Walter Locatelli, commissario straordinario di Alisa: “Abbiamo potuto in questa emergenza utilizzate tutte le strutture e grazie al lavoro fatto da tutti siamo riusciti a non perdere un solo minuto. Sono stati distribuiti quasi 9 milioni di dispositivi di protezione individuale che ha riguardato Rsa, strutture ospedaliere e pubbliche assistenze. Al picco epidemico che riguarda la data del 6 aprile sono stati utilizzati 195 posti in terapia intensiva nelle strutture ospedaliere della Liguria. I posti letto Covid non sono stati identificati solo all’interno delle strutture ospedaliere ma in strutture adattate o individuate in tutto il territorio regionale compreso la nave ospedale che ha permesso di avere molti vantaggi sotto diversi punti di vista. Le rsa sono state monitorate attentamente, sappiamo quanti sono gli ospiti e quali sono le loro patologie. Costantemente aggiorniamo le Asl sullo stato di queste strutture. In questi mesi di emergenza c’è stato un aumento di 8 squadre audit con due infermieri destinati alle rsa per un totale di 19 professionisti che dato il loro supporto. Le chiamate totali al 112 sono state oltre 72mila””. Per il responsabile prevenzione di Alisa, Filippo Ansaldi, “la richiesta di posti letto per far fronte all’emergenza coronavirus è stata ripida, il picco è stato raggiunto a fine marzo per poi restare sul plateau tra la settimana di marzo e inizio aprile”.

Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, ringrazia in primo luogo le persone che si sono impegnate in questa emergenza compreso il personale scientifico che si è occupato di raccogliere i dati dei pazienti positivi che fanno il quadro dell’emergenza in Liguria: “Il San Martino può trattare i pazienti covid con tutte le possoibilità e mezzi presenti alivello internazionale. Il Remdesivir è arrivato nella farmacia del San Martino e potrà essere utilizzato per le cure sperimentali così come previsto, ma abbiamo anche gli altri farmaci a disposizione. Sicuramente siamo più esperti di quando abbiamo iniziato ad affrontare l’emergenza” conclude Bassetti.