FERMARE LO SCEMPIO DELLA COSTA!

0
65

Quel tratto di costa è stato disegnato dal tempo che scorre. Dallo scirocco e dal maestrale dall’altra salsedine e dalle piogge, dalle mareggiate d’autunno e dalle estati torride di cicale e di arsura.
Dalla mano dell’’uomo che l’ha coltivata senza sfregiarla mai, dall’amore che un tempo sapevano metterci i contadini di mare, una categoria che esiste solo in certi luoghi della fantasia.

È stata vissuta dai ragazzi che la scoprirono negli anni ’70, mai lasciata una carta per terra, nudisti e no, ci andavano a piedi percorrendo tratturi assolati, lasciandosi alle spalle il centro studi sul carciofo che era l’unica indicazione per trovare quei sentieri.
È un’immagine che accompagna il viaggiatore che va al sud, lo spinge quasi a cercare la via dei confini, a guardare oltre il mare.
Lo riaccompagna nella risalita verso il nord, ogni volta è come se gli
lasciasse un biglietto d’addio fra amanti, lo metti in tasca e speri che non sia vero, che magari un giorno lo ritroverai, così come è sempre stato. Bello, veloce, silenzioso, morbido,
essenziale. La bellezza.

È sopravvissuto a tutto fino ad ora. Alle guerre al saccheggio delle coste nel miracolo economico, ai contrabbandieri, ai lottizzatori di coste. Quelli stessi che hanno ridotto la costa tra il Capitolo e Torre Canne, per fare un solo esempio, ad una scacchiera lottizzata di costa assegnata un tanto al metro quadro ai resort di lusso lato monte, ognuno dei quali ha un tristissimo piccolo lager sul mare inaccessibile ai più, e riservato alle
solitudini di vipparoli in cerca di una California dietro casa. Non importa se a Savelletri, purchè sia cara va bene dappertutto.

Ora i mercanti si sono affacciati alle porte del tempio di Costa Ripagnola, fanno slurp al solo pensiero, gli occhi sbarrati dal simbolo del dollaro, pronti a vendere da ora, sulla carta, esclusivissimi residence per ricchi ancora più ricchi. Nel rispetto della natura beninteso!
Ecosostenibili ecocompatibili ecosorridenti ecocementati.
Qualcuno dovrà scacciare questi mercanti dal tempio, il sacrilegio è stato troppe volte consumato in Puglia tra l’indifferenza i tartufismi ed i bizantinismi degli amministratori.

La Regione pensa a una legge, bene la faccia subito. il presidente Michele Emiliano tenga la conferenza di servizi che il sindaco di Polignano non vuole (mentre studia se far pagare anche l’aria nel suo paese oltre che le passeggiate di Natale).
Il balletto delle competenze e dei codicilli sta assumendo il ritmo di un mambo tropicale di quelli che tutto fanno dimenticare.
Verrebbe da gridare per favore fermatevi!
Per una volta orientate i bilanci ed i piani industriali da un’altra parte.
Non succederà.

Esiste un’autorità che si faccia carico di questo grido? Polignano ha
approntato modifiche al piano regolatore, sembra di capire. Ma fa parte della città metropolitana, il cui sindaco Antonio Decaro è anche presidente Anci.
Può esercitare un qualche veto?
Una moral suasion?
Una presa di posizione insieme al Presidente della Regione, a Sovrintendenza e a chiunque altro possa far pesare la propria voce?
Poi ci sarà il momento delle cause i
tribunali i ricorsi l’immancabile TAR e tutto il resto.
Per ora qualcuno ha il coraggio di prendersi una responsabilità e fermarli? Abbiamo sostenuto la giustezza di violare leggi e decreti per le barche che salvano i migranti.
E per chi vuole salvare la bellezza?
Nessuno infrange i blocchi, nessuno è pronto a fermare un piano regolatore di lottizzazioni per obbedire alle leggi del mattone?                                                                                                                                     di Alessio Viola (scrittore editorialista)