Francesco MEGNA: Cresce il ricorso all’invoice trading

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La gestione del capitale circolante è un elemento basilare quando si valuta la solidità nel medio-lungo periodo di ogni azienda e negli ultimi tempi è divenuta una vera sfida specialmente per quei soggetti economici che di solito per dimensione non hanno molto accesso al credito cosiddetto tradizionale ma parallelamente devono adeguarsi ai dilatati tempi di pagamento dei crediti commerciali che negli ultimi anni sono pure peggiorati.

Indagando i rapporti di filiera, il supply chain finance svolge un ruolo sempre più concreto ai bisogni delle nostre imprese, consentendo loro di fronteggiare con maggior sicurezza i momenti difficili promuovendo iniziative di crescita, potendo contare sul proprio capitale circolante e con il ricorso alle soluzioni di filiera per ottenere nuova liquidità (600 mld lo scorso anno). Un recente rapporto dell’Osservatorio della scuola di management del Poli di Milano ha infatti evidenziato come il contesto macroeconomico e l’incremento dei tassi di interesse hanno aumentato il costo del credito tradizionale per le aziende che possono far ricorso alle soluzioni evolute del Supply Chain Finance per ottenere credito anche se in parziale difficoltà.

Tra le soluzioni più utilizzate il factoring che al 31 dicembre 2023 registra una crescita dell’1% circa rispetto all’anno precedente con un turnover cumulativo di circa 300 mld di euro.

Le operazioni di pro soluto mostrano un consolidamento e si confermano predominanti nel mondo del factoring con una quota pari all’80% rispetto ad una quota pro solvendo pari al rimanente 20%. La percentuale di anticipazioni rispetto allo stock in essere raggiunge l’80%, confermando un deciso incremento sulle erogazioni in corrispondenza della fine di ogni trimestre dove le aziende necessitano di liquidità per far fronte al pagamento degli stipendi e, a fine anno, delle tredicesime.

La dinamica della transazioni riferibili alla Supply Chain Finance ha palesato nel 2023 un andamento praticamente in linea col tradizionale factoring: alla fine dell’anno i volumi di reverse factoring ( il servizio che consente ai fornitori di incassare in anticipo i crediti vantati nei confronti dell’azienda debitrice mediante una particolare convenzione con essa) e confirming (una metodologia innovativa di reverse factoring in cui il debitore ceduto concede in via continuativa ad un’istituzione finanziaria la gestione del debito commerciale verso i propri fornitori ed ha la possibilità di ottenere dilazioni delle condizioni di pagamento del debito mentre il fornitore può chiedere il pagamento anticipato delle fatture) risultano leggermente in crescita rispetto all’anno precedente.

I volumi generati da queste transazioni confermano una penetrazione interessante nel mercato del factoring intorno al 12% circa del totale complessivo e maggior parte del turnover è generato da accordi di reverse factoring tramite le imprese capo-filiera. Per quanto riguarda invece i programmi di confirming, il numero degli accordi di filiera attivati crescono del 20% circa rispetto al 2022.

Un altro prezioso strumento per la gestione del capitale circolante è il dynamic discounting, con cui l’acquirente offre ai fornitori il pagamento anticipato a diversi tassi di sconto. Ciò comporta che i cosiddetti buyer utilizzeranno con profitto il surplus di liquidità per un ritorno adeguato, riducendo contemporaneamente il costo dei beni venduti garantendo maggiori sconti.

Cresce anche il ricorso all’invoice trading , strumento che consente alle aziende di cedere crediti commerciali a investitori attraverso piattaforme digitali. Il buyer conferisce all’impresa cedente un anticipo del 90% circa del credito e si impegna a saldare la fattura a scadenza. L’importo versato è al netto delle spese che rappresentano la remunerazione di chi finanzia l’operazione e della piattaforma che mette in relazione le controparti.

Francesco MEGNA