Gualtieri: “Mai più i malati d’Europa”

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Si rende conto, caro Gualtieri, che per il governo essere ottimisti oggi corrisponde a un atto di coraggio?

“Niente affatto, sono fondatamente ottimista!”.

E’ più o meno ottimista sulle prospettive del governo rispetto all’inizio dell’esecutivo?

“Ugualmente ottimista. Ero ragionevolmente realista fin dall’inizio rispetto alla sfida enorme che stavamo affrontando dal punto di vista dell’eredità finanziaria, di credibilità, di misure da adottare e di rallentamento dell’economia”.

“Si tratta continua Gualtieri di una sfida inedita che ha portato insieme due forze diverse che erano state antagoniste fino a poco prima. Sapevo che non sarebbe stata una passeggiata. Ma gli ultimi mesi confermano che gli obiettivi ambiziosi che ci siamo posti verranno realizzati”.

Il governo, facciamo notare al ministro, è nato per riportare l’Italia più vicina all’Europa. Oggi il caso Ilva sembra stia portando un po’ l’Europa fuori dall’Italia. Come sta andando il concorso di idee su Ilva portato avanti dal presidente del consiglio?

“Non è stato percepito che venerdì sera è successo qualcosa di importante e positivo. Contrariamente a quel che sembrava una vicenda destinata a concludersi in tribunale e con la scelta di Mittal di andare via dall’Italia si è riaperto un tavolo di negoziato sulla base di alcune idee e principi comuni. Queste idee sono sufficientemente condivise per interrompere le macchine di spegnimento e le procedure giudiziarie e dare il tempo per svolgere un negoziato. Sarà una trattativa complessa e difficile che andrà affrontata con cautela, ma può concludersi positivamente con il rilancio di Ilva, con la presenza dei Mittal e con un piano di investimenti che mette insieme le prospettive di sviluppo industriale e quelle di risanamento ambientale, di innovazione tecnologica e di decarbonizzazione. E’ possibile coniugare la sviluppo e l’ambiente, e sono fiducioso che questo dialogo possa portare a una svolta positiva a una crisi che sembrava avvitarsi su un binario preoccupante”.

Quali sono i punti di difficoltà rispetto a questo dialogo?

“E’ inevitabile che un negoziato su un nuovo piano industriale conoscerà tanti temi complessi su cui occorre approfondire. Nel comunicato di ieri del governo sono stati annunciati dei principi che guideranno il rilancio dell’Ilva. Se diciamo che l’Italia deve restare un paese manifatturiero significa che deve disporre di un’industria di base moderna e competitiva. Quindi Ilva va rilanciata cercando di coniugare meglio lo sviluppo produttivo di un settore complesso con un risanamento ambientale e la riduzione delle emissioni. Su questa impostazione che può rilanciare il rapporto tra Ilva e il territorio c’è una condivisione, ma per capire quali saranno i livelli esatti bisognerà aspettare la fine di un negoziato sul quale non mi voglio esprimere. Questo impegno da parte dello stato a investire, anche rispetto alla possibilità di una partecipazione diretta e rispetto all’investimento generale che il presidente del consiglio ha chiamato cantiere Taranto, fa parte di uno sforzo con cui dimostriamo che un grande paese può trasformare una crisi in un’opportunità di sviluppo per rilanciare le prospettive dell’Ilva”.

Se il negoziato non dovesse andare in porto la possibilità di un intervento statale è un’opzione possibile o è una bufala?

“Sono un sostenitore dell’economia sociale di mercato, e credo ci sia un ampio spazio per le politiche pubbliche però sono sempre stato convinto che la nazionalizzazione non sia una soluzione salvifica e rimango di questa idea. Proprio per questo siamo impegnati in un dialogo che vedrà il rilancio di Ilva grazie a una soluzione di mercato, affidandoci a un grande player globale. L’intervento pubblico potrà concorrere e sostenere il rilancio dell’Ilva”.

Un altro tema che il governo dovrà presto affrontare di petto riguarda il negoziato sulla riforma del fondo salva stati. Quale è la posizione dell’esecutivo? La sua posizione coincide con quella di Conte? E quando Salvini vi chiama “traditori” cosa le viene in mente?

“Salvini si commenta da solo, e dimostra che quelli che avevamo frettolosamente creduto in una sua presunta conversione europeista e pragmatica erano stati ingannati. Salvini dice cose senza senso. Non ho problemi a riconoscere che il ministro Tria ha fatto un buon lavoro. All’inizio il fondo salva stati è stato riformato per svolgere una funzione, quello di backstop fiscale per l’unione bancaria. L’obiettivo era fornire risorse comuni europee in caso di una crisi bancaria. C’era il rischio che come contropartita a questa modifica venisse approvata la norma per cui la ristrutturazione del debito dovesse essere una condizione obbligatoria per un intervento del Mes. La funzione di aiutare i paesi in crisi non era originariamente prevista dal Trattato di Maastricht. Questa posizione è stata sconfitta anche grazie al governo precedente, che ha impedito che ciò avvenisse. Nel Mes è previsto il backstop che l’Italia chiedeva e non c’è alcuna modifica peggiorativa, le regole sono rimaste uguali a prima. E’ surreale che noi che ce la prendiamo con una trattativa da cui usciamo vincitori, quando dobbiamo ancora affrontare dei negoziati molto più complessi. Siamo un paese che ogni tanto appare sull’orlo di una crisi di nervi sulla base di cose che non meritano tale dispiego di energia. Ma sono fiducioso che questo verrà ricordato come una tempesta in un bicchiere d’acqua”.

La provochiamo. Questo governo ha fatto un deficit che dal punto di vista numerico è più alto di quello del governo precedente, ha confermato il reddito di cittadinanza, ha confermato quota 100, non ha ancora trovato una soluzione ad Alitalia, ha messo nei guai l’Ilva. E’ proprio sicuro che, sulle policy, ci sia tutta questa discontinuità tra questo esecutivo e quello precedente?

“La discontinuità è notevole dato che il deficit non si misura in modo assoluto ma rispetto all’anno precedente. Noi abbiamo mantenuto il deficit invariato realizzando una piccola espansione di quello strutturale e riusciamo con tutto questo a scongiurare le clausole di salvaguardia. Il governo precedente è partito con un deficit smisurato ma poi si è reso conto che era insostenibile rispetto al giudizio dei mercati e ha dovuto correggere. In questo modo si sono buttati tanti soldi a causa dell’aumento dei tassi di interesse derivanti dallo spread. Non è stata colpa dell’ex ministro Tria ma dell’impostazione generale della coalizione e della forte spinta antieuropeista delle forze di governo, soprattutto della Lega. Questo ha portato a un pasticcio che è stato successivamente rimediato grazie a una manovra correttiva. L’insieme di politiche inefficaci ci hanno lasciato delle clausole di salvaguardia enormi, e noi abbiamo risolto questi problemi in modo serio. La nostra manovra è molto efficace e affronterà l’eredità del passato dando una spinta espansiva all’economia. Abbiamo avviato un processo di riduzione della pressione fiscale investendo allo stesso tempo su welfare, sanità e scuola. Abbiamo messo in campo delle politiche pubbliche notevoli, ad esempio gli investimenti nella costruzione di nuovi asili nido. Questa non è solo una politica sociale ma serve anche ad aumentare l’occupazione femminile. Attraverso politiche di welfare universaliste e robuste si possono migliorare i fattori di competitività del paese. Noi per la prima volta aumentiamo gli investimenti”.

E’ previsto un piano diverso sugli investimenti rispetto a quello che avete già annunciato?

“Non solo confermiamo risorse per 45 miliardi ma ne aggiungeremo altri 12. Al tempo stesso vi do una notizia: questo processo è già iniziato. Annuncio che mercoledì prossimo sul sito del ministero dei Trasporti sarà visibile il contatore delle opere, e si vedrà che in 75 giorni il governo ha sbloccato oltre tre miliardi di investimenti bloccati da anni per ragioni che a volte sono di natura normativa ma spesso coinvolgono una paralisi politica. Occorre qualcuno che trovi una soluzione politica a problemi normativi, e faccio i miei complimenti al ministro De Micheli a cui va il merito di questi risultati. Intendiamo procedere su questa strada con un passo esponenzialmente crescente, vogliamo dare una svolta per quanto riguarda gli investimenti”.

Una critica che vi viene mossa sulle tasse è che la pressione fiscale aumenterà leggermente quest’anno esattamente come successo lo scorso anno con il governo precedente. Sicuri che il governo stia abbassando le tasse?

“No, rispetto alle stime tendenziali che indicano ciò che sarebbe avvenuto se non avessimo fatto la manovra la pressione fiscale sarebbe aumentata dello 0.7 per cento mentre così si riduce dello 0.7. Rispetto all’anno scorso rimane invariata, la differenza è che noi prendiamo le risorse dalla lotta all’evasione. Ci sono 109 miliardi evasi e non esiste prospettiva di sviluppo per l’Italia prima di aver risolto questo problema. Gli esiti saranno superiori rispetto alle stime prudenti che abbiamo inserito in manovra e questo consentirà una riduzione della pressione fiscale ancora più ambiziosa rispetto al taglio del cuneo fiscale che abbiamo già previsto nella finanziaria”.

La tassa sulla plastica rappresenta un caso di scuola. E’ una tassa che viene fatta per evitare l’utilizzo di un materiale ma poi il governo mentre si augura che quell’utilizzo sia inferiore si augura anche che sia robusto perché quella tassa viene utilizzata per ottenere un gettito importante: un miliardo nel 2020, quasi due miliardi nel 2020. Non abbiamo capito: ma il governo si augura ci sia un consumo di plastica superiore o minore rispetto a oggi?

“Innanzitutto, la relazione tecnica non può incorporare il mutamento del comportamento che si auspica. L’obiezione è che con questa tassa stiamo cercando di fare cassa dato che è previsto un gettito maggiore. Ma è un effetto ottico. Noi speriamo che il consumo di plastica si riduca. Attraverso il dialogo con gli operatori e gli esperti nel campo stiamo riformulando questa misura per evitare un impatto negativo sulla filiera produttiva, e presenteremo un emendamento governativo a questo scopo. Speriamo che la tassa sia un incentivo al riciclo e cercheremo di evitare un impatto negativo. Il gettito sarà ridotto ma la modulazione sarà collegata a incentivare il riciclo e l’innovazione tecnologica. Svolgerà una funzione positiva per favorire un processo in innovazione tecnologica e di rafforzamento dell’economia circolare che garantirà un effetto virtuoso. Sarà una misura nuova, diversa ed efficace e credo che questa controversia esagerata si chiuderà in fretta”.

Immagino che nelle occasioni in cui lei partecipa alle riunioni con i suoi colleghi degli altri stati membri l’Italia venga considerata uno dei malati di Europa. Lei come risponde a chi sostiene questa tesi?

“Faccio notare a quelli che ci incoraggiano che finalmente in Italia c’è un governo che fa le cose giuste per risolvere i problemi che ci hanno reso il malato d’Europa. Preferisco un governo prudente che stupisce in positivo piuttosto che spararla grossa. Le stime di crescita del 2020 ci rendono uno degli ultimi paesi in termini di crescita. Tuttavia, è la prima volta che la commissione ha condiviso la nostra stima dello 0,1 per cento. Inoltre, i dati oggi ci dicono che la crescita arriverà allo 0,2 o allo 0,3 per cento, ed è una ragione di ottimismo. Si vede finalmente la luce, c’è una dinamica positiva nonostante un punto di partenza basso che abbiamo ereditato dal governo precedente. Ma in questi mesi stiamo ripartendo e significa che la nostra previsione prudente verrà realizzata e forse superata. Questa situazione negativa che abbiamo trovato potrà essere superata molto presto, sono sicuro che noi ripartiremo”.

Parliamo di Alitalia. Carlo Calenda, alla festa del Foglio, ha detto che Alitalia andrebbe venduta a Lufthansa. Ci sono speranze che l’azienda venga acquistata definitivamente senza gravare più sulle casse dello stato?

“Non commento le frasi un po’ semplicistiche del mio amico Calenda, quello che lui dice non è realizzabile in questo momento. Per vendere deve esserci una proposta di acquisto e Lufthansa per ora ha solamente richiesto una partnership commerciale. Ci aspettavamo una proposta da parte di una cordata ma uno dei partner, Atlantia, si è sfilato. La soluzione attuale prevede Ferrovie dello stato e un partner internazionale è prevista una competizione tra Delta, che si è impegnata ad acquistare un pezzo di equity, e Lufthansa, che non ha manifestato questa intenzione. Poi se Atlantia si è sfilata ne prenderemo atto e vedremo se potrà riproporsi una cordata per rilevare e rilanciare Alitalia. Credo in un piano industriale che prevede grandi potenzialità, ad esempio la sinergia fra treno e aereo può rilanciare un settore che peraltro non è in crisi. Facendo le cose giuste sarà possibile chiudere questa vicenda e trovare soluzioni di mercato in partnership con un grande gruppo globale”.

Da professore su cosa boccerebbe il suo governo?

“Può migliorare la capacità di raccontare le cose positive che fa, è una dimostrazione che i politici dovrebbero rivolgere a loro stessi quindi è un’autocritica da parte mia. Quando in audizione alla Camera ho raccontato che gli asili nido saranno gratuiti per gran parte degli italiani ho ricevuto molte chiamate da esponenti della maggioranza che non ne erano al corrente. Ho risposto che è tutto scritto nelle legge di bilancio, ma questo è un esempio di una scelta simbolica che non è stata valorizzata. Ci si concentra più sui temi interni e sui posizionamenti dei partiti. Leggo che sono previsti una valanga di emendamenti in Parlamento ma è qualcosa di normale che succede ogni anno in corso di manovra. Affronteremo gli emendamenti e sono fiducioso che la manovra verrà migliorata dal passaggio parlamentare. Stiamo votando per il decreto fiscale ma se uno leggesse i giornali direbbe che è impossibile approvare gli emendamenti senza confusione. Ma è quello che sta avvenendo, nel luogo dove effettivamente vengono prese le decisioni,stiamo comportando con coesione e stiamo risolvendo le singole questioni. Stiamo trovando una quadra, la manovra verrà approvata e potremmo concentrarsi sulle riforme nel quadro dei tre anni di governo. Questa confusione e tasso di nervosismo si rivelerà la somma di tante tempeste in un bicchiere d’acqua”.