I Giuristi Democratici per il NO al referendum costituzionale del 20 e 21 settembre 2020

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I Giuristi Democratici sono contrari alla riduzione del numero dei parlamentari approvata in Parlamento in quarta lettura lo scorso ottobre e vedono nell’iniziativa di modifica della Costituzione la convergenza di demagogici obiettivi di risparmio e di progetti di indebolimento del Parlamento che già nel 2006 e nel 2016 sono stati bocciati dal voto popolare.

In assenza di una legge elettorale proporzionale -che comunque avrebbe efficacia di legge ordinaria- e mantenendo l’elezione del Senato su base regionale, il taglio arbitrario inciderebbe sulla rappresentanza territoriale, che sarebbe pressoché esclusa in alcune regioni, annullerebbe il pluralismo democratico privilegiando poche forze politiche e determinerebbe gravi effetti su altri istituti dell’ordinamento costituzionale a cominciare dalla elezione del Presidente della Repubblica. E proprio in un periodo di forti diseguaglianze e protratta crisi economica si ridurrebbe la capacità del Parlamento di svolgere la propria funzione essenziale di rappresentanza delle varie istanze sociali e di composizione dei conflitti.

I GD ritengono necessario esprimere con un fermo NO la difesa dell’unico organo rappresentativo attraverso il quale si esprime la sovranità popolare nazionale.

Al Parlamento devono poter accedere le forze culturali e politiche che si esprimono nella società civile perché è questo il luogo dove il Paese deve essere rappresentato con ragionevole fedeltà, consentendo il confronto delle diverse posizioni chiamate a determinare la politica nazionale nel rispetto dei diritti politici di ciascuno (artt. 3, 48 e 49 Cost.) ed in attuazione dei diritti sociali ed economici (artt. da 35 a 47 Cost.) che nelle fasi di crisi economica e radicalizzazione delle disuguaglianze sono i primi ad essere sacrificati.

Per questi motivi l’Associazione Nazionale Giuristi Democratici è impegnata nella campagna referendaria affinché il 20 e 21 settembre 2020, in difesa della democrazia costituzionale, prevalga il NO ed è per questo direttamente coinvolta nel Comitato per il NO al “taglio” del Parlamento.                       fonte http://www.giuristidemocratici.it/Comunicati/post/20200829092745