I “grandi” affari del bomba. Firenze secondo lui

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renzi
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Curioso che un consulente superpagato come lui, che spiega agli arabi come vanno fatti affari ed impostate strategie economiche,

Uno a cui vengono lautamente pagati i minuti e strapagati pensieri e parole, possa essere incappato in “incidenti” o fallimenti economici, come quello del documentario per cui è indagato insieme al manager Presta. Altrettanto curioso che uno di quegli incidenti, nonostante il fallimento economico, gli abbia assicurato un lauto guadagno mentre la perdita economica sia finita tutta nei bilanci dei committenti, o meglio, del committente.
Per carità nessuno pensa che sia colpevole di alcunché, almeno fino a quando non lo scriverà in una sentenza qualche giudice.

Lui avrà un milione di cose da dire a sua difesa e, probabilmente, non avrà nulla di cui giustificarsi. Però, a voler riprendere il tema delle curiosità a cui ci ha abituato il nostro, ed elencare un paio di coincidenze, balza agli occhi che, perlomeno negli affari fatti con i soldi degli “altri”, non abbia dimostrato un grande talento.

A detta di qualche PM c’è invece un talento di famiglia, a leggere le inchieste in atto (ovviamente se verrà dimostrato), nell’uso di uno strumento antico quanto l’evasione fiscale o le pratiche economiche dei mafiosi: le false fatturazioni.
Il primo grande affare, un aereo che valeva 7 milioni e che fece comprare ad Alitalia, quindi con soldi non suoi ma nostri, alla modica cifra di 167 milioni. Poi gli accordi di Alitalia con Etihad. Grande affare per Etihad, accelerazione al fallimento per Alitalia. Un altro, quello che occupa l’attenzione degli inquirenti in questi giorni, un documentario che vedeva lui e la bellissima città di cui è stato Sindaco, protagonisti. Il suo ruolo pagato quanto una star di fiction italiana: il rispettabilissimo cachet di 500.000 euro. Un documentario costato almeno 500.000 euro (il suo compenso) e rivenduto per lo straordinario prezzo di euro 1.000.

Che affare! Pagato con soldi dell’Agenzia Presta che ha prodotto perdite economiche consistenti, ma che ha contribuito, non poco, alla sua pingue dichiarazione dei redditi dell’anno in cui fu prodotto e realizzato. Ma che, soprattutto, gli consentì di pagare parte del prezzo della sua favolosa magione.
Ora nessuno vuole pensar male ed a farlo si fa peccato, per carità. Ma un dubbio mi verrà consentito: quali talentuose prestazioni pagano così abbondantemente gli arabi?

Gli arabi sono persone notoriamente avvedute. Vorranno finanziare qualcosa che venga consigliato dal sosia di Mr Bean? O faranno il contrario di ciò che consiglia? O ancora: staranno pagando prestazioni diverse da quelle ufficialmente dichiarate? Ai posteri l’ardua sentenza.
Giancarlo Selmi