Il Movimento masochista

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La vecchia partitocrazia rivuole anche l’impunità e il Movimento sta trattando perfino sulla giustizia. Incredibile ma vero

Il Movimento spera di trovare il solito compromesso al ribasso con qualche cavillo che permetta ai vertici di salvare la faccia e magari pure di cantare vittoria. Il Movimento si è consegnato mani e piedi ai propri carnefici e sta aiutandoli a completare l’opera sia della piena restaurazione sia della sostanziale fine del Movimento stesso. Masochismo politico davvero incredibile ma assolutamente vero. Niente e nessuno è finora riuscito a fermare la spinta governista del Movimento. Niente e nessuno. Perché alla fine è questa la linea politica che ha sempre prevalso contro ogni logica. Quella di stare al potere sempre e comunque. Anche a costo di rimangiarsi idee e valori, anche a costo di perdere pezzi per strada, anche a costo di perdere la faccia. Una inossidabile spinta governista aggravata da una progressiva omologazione del Movimento ai riti e alle prassi della vecchia partitocrazia. Stessi schemi, stesso politichese. Tutta roba già vista e stravista fino alla noia. Ma con punte di sarcasmo. Quelli che vorrebbero salvaguardare le peculiarità del Movimento dipinti come talebani mentre i governisti dipinti come responsabili che auspicano una non meglio precisata evoluzione. E tutto questo tra gli applausi ipocriti della vecchia partitocrazia e dei giornalini delle lobby che se la ridono sotto i baffi. La loro è una vittoria clamorosa anche se non per merito loro visto che il Movimento si sta distruggendo da solo.

Nessuno avrebbe mai immaginato uno scenario del genere solo pochi mesi fa. I big del Movimento dicevano che governare con Berlusconi e Renzi serviva a salvaguardare le riforme ottenute, ma Draghi le sta distruggendo una dopo l’altra e dopo la giustizia non gli resterà che passare al Reddito. Questo anche perché il Movimento non è riuscito a piazzare i ministri chiave ed è entrato a far parte di un governo nemico in una posizione di debolezza assoluta. Il Movimento è di fatto in balia dei suoi carnefici e contribuisce alla restaurazione di un sistema che diceva di voler rivoluzionare. Un sistema che ha comprensibilmente e perfino legittimamente come scopo la fine del Movimento e soprattutto delle istanze di cambiamento del 2018.

Una restaurazione che la vecchia partitocrazia sta ottenendo molto più rapidamente del previsto anche grazie allo scossone pandemico. Il tutto con gustose punte di sarcasmo. Chi vorrebbe tenere vive le istanze di cambiamento radicale del 2018 dipinto come retrogrado e nostalgico mentre i governisti dipinti come innovatori illuminati. Già, come se la vittoria della vecchia partitocrazia e il governare con Berlusconi e Renzi non fosse un drammatico ritorno al passato. Ma quelle interne al Movimento sono dinamiche viste e straviste fino alla noia anche in altre forze politiche. Omologazione e resa spacciate come progresso. Coerenza e resistenza spacciate come ottusa conservazione. Con la vecchia partitocrazia e i giornalini delle lobby che applaudo calorosamente anche la trasformazione del Movimento in un partito presidenziale.

La ciliegina sulla torta. Un ulteriore passo verso una solida normalizzazione dopo la sbornia del 2018. Incredibile ma vero. Il Movimento si è consegnato mani e piedi ai propri carnefici e sta aiutandoli a completare l’opera sia della piena restaurazione partitocratica sia della sostanziale fine del Movimento stesso. Seguendo una inossidabile linea governista.

Tra punte di sarcasmo e applausi ipocriti. Un masochismo politico incredibile ma vero.

Tommaso Merlo