IL MOVIMENTO PALLANUOTISTICO SARDO IN CERCA DI RISCATTO

0
44

Già nell’estate del 2020 le aspettative riposte sulla presenza degli Azzurri erano forti. Fino all’ultimo gli addetti ai lavori hanno sperato di uscire dall’emergenza pandemica per assistere ad un quadrangolare che in quella circostanza avrebbe accolto Italia, Croazia, Spagna e Serbia.

Il presidente del Comitato Sardo della FIN Danilo Russu ha rilanciato la proposta ottenendo la conferma dell’evento per l’anno successivo grazie anche al sostegno del Comune di Cagliari, della Regione Sardegna e con l’immancabile supporto della Federazione Nazionale.

“Gli appassionati sono in fibrillazione – spiega Danilo Russu – anche se questo triangolare coincide col periodo più nero attraversato dal movimento pallanuotistico isolano. I nostri tesserati hanno pagato a cattivo prezzo l’emergenza Covid perché non essendo possibili gli sport di contatto, il numero di praticanti è andato a decrescere in maniera importante. E molti hanno preferito scegliere altre strade anziché aspettare”.

La tre giorni internazionale può servire a dare una nuova spinta. Ma si pensa a nuove strategie già dalle prossime settimane: “Sarà necessaria una politica di ripresa e di rilancio – continua Russu – che si orienti in particolar modo nello sviluppo dell’impiantistica perché in Sardegna sono pochissimi gli spazi dove si può praticare la disciplina”.

In occasione della Waterpolo Sardinia Cup, i pochi spazi accessibili in tribuna (c’è da garantire il distanziamento sociale) saranno in gran parte riservati agli atleti delle squadre giovanili sarde.

L’assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio Giovanni Chessa è dell’opinione che la Sardegna sia l’isola degli Sport, sempre pronta ad accogliere appuntamenti di alto profilo; l’intenzione è di farli andare di pari passo con il settore turistico e quello del marketing. Facendo gruppo si creano tante opportunità ha concluso Chessa e grazie allo sport non solo si formano i talenti ma si allontana la gente dalla strada.