Il Museo del Bardo di Tunisi: Un luogo unico nel suo genere

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TUNISI – La vita regala, se ricercati e scoperti ma soprattutto saputi ben cogliere, anche momenti piacevoli in ambito culturale

Sotto questo punto di vista la visita al Museo del Bardo di Tunisi è stato tra i più bei doni ricevuti finora. Questo famoso museo, situato a circa 4 km dal centro città, è un protagonista assoluto a livello internazionale, che se non lo vedi non ci credi. E’ vero che ha la più grande raccolta di mosaici del mondo, ma è anche vero che la suggestione creata dagli ambienti e dagli altri oggetti presenti (statue, gioielli, monete,… ) contribuisce a completare una corretta visione di un glorioso passato non del tutto conosciuto.

A cominciare dalla stessa struttura museale, con splendidi originali soffitti, ovali o rettangolari, comunque sempre dipinti o lavorati da artisti locali, sede che richiede di essere visitata anche se non ci fossero quegli splendidi mosaici. Questo che è il più antico museo d’Africa ed ospita reperti archeologici, storici ed etnografici su una superficie di circa 11.000 mq. Il sultano El-Mustansir (1249/1277) fece costruire il primo palazzo, facendo anche deviare l’acquedotto che univa Cartagine a Zaghouan, per assicurarne il rifornimento idrico. Ma la gran parte della struttura attuale risale al 1888 ed ai tanti successivi ampliamenti attuati dai vari “bey husseiniti” avvicendatisi tra le sue mura.

Il museo comprende varie sezioni, tra cui quelle preistorica, cartaginese, romana, cristiana e arabo islamica; oltre alle bellissime maschere funerarie cartaginesi in argilla e ad alcune statue di medio interesse spiccano su tutto – come si diceva – i grandi e piccoli, stupendi mosaici. Mosaici risalenti alle epoche comprese tra il II e il IV sec. che provengono soprattutto da ville romane, creati per abbellire le residenze dei cittadini romani d’Africa a Cartagine, Dougga, Sbeitla, Sousse,… Tra le numerose chicche che lo ornano, oltre ai corridoi ed ai cortili interni, alle 35 sale disposte su tre piani, si fanno apprezzare alcune composizioni diventate famose per la loro armonia e bellezza, che illustrano scene di vita quotidiana, motivi religiosi, mitologici o richiami storici alla guerra tra Roma e Cartagine. Ecco quindi Virgilio con in mano una copia dell’Eneide tra le muse Clio (la storia) e Melpomene (la tragedia), Diana cacciatrice, Ulisse legato all’albero della sua nave per resistere al canto delle sirene, Cerere, lo straordinario e suggestivo carro di Nettuno, con il famoso occhio che ammonisce, protegge e dispensa pietà, Venere tra due centauri donne…

La visita inizia al piano terra, dalla Sala della Preistoria (200.000 a.C.), seguono la sala punica e quella del Protocristianesimo – in cui spicca una insolita fonte battesimale cruciforme proveniente da El-Kantara, circondata da diversi sarcofagi composti da grandi pietre -; si passa poi alla Sala degli Imperatori Romani, con i busti e le statue trovate nei vari siti del Paese, quindi all’esposizione di preziose monete, splendidi gioielli e pregevoli statue (al primo piano), che si alternano alle sale delle arti e delle tradizioni popolari, dell’Islam medioevale, e infine alla galleria delle terrecotte e dei bronzi (secondo piano), per un insieme completo e ricco, vario ed affascinante, che rende corretta l’attribuzione al Bardo di “museo tra i più importanti d’Africa e tra i musei archeologici più famosi al mondo“.

Tra i reperti più piccoli, ma non minori, da segnalare alcuni vasi e anche la spiritosa statuetta bronzea di Ercole ubriaco, con la clava in spalla, nell’atto di fare pipì. Apprezzabili anche, oltre ad alcuni soffitti in legno intagliato e dipinti di incomparabile bellezza, i portici con la Sala di Cartagine, tra le cui colonne sono poste delle belle statue di divinità a grandezza naturale collocate su piedistalli. Completa la visita una buona libreria con documentazione all’altezza del museo.

Tre curiosità per concludere. La prima: in questo museo, luogo quasi unico al mondo, è più facile trovare documenti, libri e guide che parlano l’italiano, il francese ed anche il tedesco, piuttosto che l’inglese: esisteva una sola pubblicazione in questa lingua al momento della visita; anche le spiegazioni didascaliche alle pareti sono scritte solo in arabo e francese. La seconda: se visitate il Bardo in estate (orario: tutti i giorni escluso il lunedì, dal 1° aprile al 15 settembre, dalle 9 alle 17), abbiate la buona accortezza di recarvi subito, di prima mattina al secondo piano dell’edificio, poiché più tardi in quel luogo il caldo diventerà insopportabile!

La terza curiosità sono dei versi dolcissimi e puri di un poeta tunisino – che di seguito riportiamo e che, ne siamo certi, non solo gli amanti di Euterpe apprezzeranno.

Douce tu es, comme l’enfance, comme les réves, comme la musique, comme la matin nouveau, comme le ciel éblouissant, comme la nuit de pleine lune, comme la rose, comme le sourire d’un enfant. (Tu sei dolce, come l’infanzia, come i sogni, come la musica, come il nuovo mattino, come il cielo sfolgorante di luce, come la notte di plenilunio, come la rosa, come il sorriso di un bambino).

Museo del Bardo Aboul Qacim Ch’abbi

Franco Cortese   Notizie in un click