Il Papa: la pandemia non sia un alibi per trascurare la giustizia sul lavoro

0
45
papa
papa
Nell’udienza ai membri dell’Associazione Italiana dei Chimici del Cuoio, Francesco ha sottolineato che il Covid-19 ha aggravato situazioni già difficili per molti lavoratori, ma non può diventare un alibi per giustificare omissioni nella sicurezza sul lavoro, e l’attenzione alla responsabilità sociale ed ecologica

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Solidarietà, qualità del lavoro, legami intergenerazionali, tutela della Casa Comune. Questi i punti al centro del discorso rivolto da Papa Francesco ad una delegazione dei membri dell’Associazione Italiana dei Chimici del Cuoio, ricevuta oggi in Vaticano. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Constatando le difficoltà nel mondo del lavoro, aggravate da due anni di pandemia, Francesco esorta a tenere alta la guardia su giustizia e sicurezza:

La crisi può essere affrontata come un’opportunità per crescere insieme nella solidarietà e nella qualità del lavoro. L’esempio e l’intercessione di San Giuseppe vi aiutino a non cedere allo scoraggiamento, a valorizzare con creatività i vostri talenti e la vostra grande esperienza per andare avanti e aprire vie nuove.

Saggezza ed entusiasmo

Punto di riferimento per tutti gli operatori del mondo della pelle, l’Associazione Italiana dei Chimici del Cuoio raduna tecnici, laureati o diplomati, addetti alle industrie della concia, dei coloranti e di tutte le aziende di un settore molto specifico, nel quale le conoscenze scientifiche e tecniche sono applicate ad un’antica tradizione:

Siete una categoria di lavoratori molto specifica, che nel grande “poliedro” della società globale offre un contributo originale e caratteristico. È molto importante far incontrare la saggezza degli anziani e l’entusiasmo dei giovani: immagino i giovani che si appassionano a un settore originale come il vostro, e hanno bisogno di trovare “vecchi del mestiere”, che hanno tanto da insegnare, e non solo sul piano tecnico, ma anche su quello umano. Per me la sfida di questo momento è l’incontro fra i nonni e i nipoti, scavalcando i genitori forse, ma quello è un incontro-chiave e dobbiamo lavorare perché i giovani incontrino i vecchi. È una sfida di questo momento.

Responsabilità ecologica

Ricordando gli anni giovanili e lo studio presso un istituto tecnico di indirizzo chimico in Argentina, il Papa si dice vicino alla categoria dei lavoratori ricevuti in udienza. Infine, riflettendo sull’impatto ambientale di attività che utilizzano sostanze chimiche per il trattamento dei materiali destinati ad oggetto di uso quotidiano, non manca di richiamare l’attenzione sulla cura della casa comune:

È molto prezioso il fare associazione, perché si mettono in comune le conoscenze, le esperienze, come pure gli aggiornamenti giuridici e tecnici; e così ci si aiuta a crescere insieme in uno stile di responsabilità sociale ed ecologica. Questo è molto importante! Oggi abbiamo più coscienza della responsabilità ecologica; siamo cresciuti in questo, è una grande cosa; siamo cresciuti in questo.

La Sezione Italiana della Società Internazionale dei Chimici del Cuoio, con 470 soci, nasce nel 1904. Promuovere la cultura scientifica del mondo della pelle è tra i primi obbiettivi di questa realtà impegnata anche a creare contatti tra addetti del mondo della concia e a supportare attivamente la formazione scolastica con borse di studio nei principali distretti conciari italiani. In Italia sono quattro i distretti in cui si lavorano le pelli: veneto, toscano, campano e lombardo – piemontese.

I bambini sono i “re”

Nel suo saluto il presidente Roberto Mariano Mecenero ha definito un “sogno che va al di là di ogni speranza” quello di essere ricevuto in udienza privata dal Papa. All’incontro erano presenti anche le famiglie dei lavoratori con i loro bambini, la cui presenza è stata particolarmente gradita a Francesco:

A me piace vedere le mamme lì, che coccolano i bambini. È bello quando vengono con i bambini. Ma se vogliono camminare, qualcuno … Lasciateli, che facciano quello che vogliono e se hanno fame, che mangino. Loro sono i re.