IL PROBLEMA PIÙ GRANDE PER I VACCINI È AVERNE LA QUANTITÀ NECESSARIA

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vaccino
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Trasparenza e segretezza dei contratti sono due problemi di cui si parla tanto a proposito di #vaccini, ma c’è un tema che è quello più importante – invece – di cui si parla meno. Ed è che non ci sarà sufficiente quantità di dosi per l’intera popolazione. Oggi infatti in Europa non abbiamo abbastanza vaccini per procedere velocemente a immunizzare tutte e tutti.
Come affrontare questo problema?
Avevo sollevato questo tema già nel giugno scorso ma purtroppo è ancora attuale.
Di fronte alla carenza produttiva delle aziende farmaceutiche titolari del brevetto che, anche sfruttando al massimo le loro possibilità, non riescono a garantire una adeguata produzione, si può ricorrere e far valere un principio, che è quello della “LICENZA OBBLIGATORIA” (in inglese compulsory licensing). Secondo questa clausola, prevista negli accordi sulla proprietà intellettuale, se un Paese durante una pandemia si trova a fronteggiare una carenza di farmaci, può autorizzare la produzione di vaccini, separando la proprietà del brevetto dal diritto di esclusiva produzione. Si potrà così consentire che altre aziende producano il vaccino, magari pagando delle royalilties o dei componenti dello stesso. Questa strada ha poi un’altra necessità. Quella di attivare nuove realtà produttive o riconvertire aziende del settore, e creando così una preziosa filiera produttiva. La parte giuridica di questa via va posta e discussa all’interno dell’Organizzazione mondiale del Commercio, e la prima data utile potrebbe essere già il prossimo 11 marzo.
C’è poi un altro aspetto che va oltre il nostro continente.
Al momento buona parte del numero, comunque limitato, delle dosi di vaccino è stata già prenotata da Unione Europea, Stati Uniti e Regno Unito. Ma c’è una dimensione mondiale nella sfida alla pandemia e noi vogliamo che l’Europa continui a giocare un ruolo da promotore di un Accordo globale, in questa grande partita di geopolitica. C’è già un’alleanza tra le grandi potenze per programmare e finanziare una disponibilità di dosi sufficiente per l’intera popolazione mondiale: il G20 potrà essere l’occasione per questo auspicabile salto di qualità.
Patrizia Toia