Il terzo “cuore verde” del Museo sarà fruibile da giugno 2021 senza biglietto di ingresso

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Notte dei Ricercatori, il MANN racconta online i propri progetti
Focus sul Giardino della Vanella, con simulazioni del restyling
Il terzo “cuore verde” del Museo sarà fruibile da giugno 2021 senza biglietto di ingresso
Saranno restituiti ai visitatori il Mausoleo di Caivano e la peschiera voluta da Maiuri
Trenta le tipologie di piante del Giardino
Dagli spazi aperti alle Sezioni in riallestimento: per chiudere la campagna, immagini dell’iter di diagnostica dell’ISMed-CNR sulla quadriga di Ercolano

NAPOLI – “Non è vero che il ricercatore insegue la verità; è la verità che insegue il ricercatore”: venerdì 27 e sabato 28 novembre, partecipando alla campagna digitale promossa in occasione dell’evento internazionale della Notte dei Ricercatori, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli adotterà questo pensiero di Robert Musil come claim dei post sulle pagine Facebook ed Instagram dell’Istituto.
Scopo della programmazione social, infatti, sarà mostrare progetti ed idee che, con studio e competenza, stanno ridando luce ai tesori del MANN: si partirà stasera, alle 20, con un approfondimento dedicato al restyling del terzo cuore verde dell’Archeologico, il Giardino della Vanella, che sarà aperto a tutti i cittadini, senza ticket di ingresso, a partire da giugno del prossimo anno.
Il progetto di allestimento, curato dall’arch. Silvia Neri, sarà presentato con un’ “anteprima”: tramite le simulazioni condivise online, si avrà un’overview sull’assetto futuro dello spazio.
Il Giardino, completamente rinnovato, manterrà intatti i suoi elementi principali: il Mausoleo di Caivano, la peschiera voluta da Maiuri, i muretti in mattoni di inizio Novecento.
Così, si potrà nuovamente ammirare il Mausoleo di Caivano: lo straordinario monumento funerario del I sec. d.C., riscoperto nella cittadina del napoletano nel 1923 e “trasportato” al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, è chiuso da decenni; i delicati e preziosi affreschi contenuti al suo interno, dopo il restauro, saranno “restituiti” ai visitatori, anche con un sistema di presentazione digitale per chi non potrà percorrere i gradini di accesso agli ambienti chiusi.
Eppure il Giardino della Vanella sarà non soltanto uno scrigno di tesori, ma anche uno spettacolo “a cielo aperto”: al centro dell’area, infatti, sarà recuperata la peschiera voluta da Amedeo Maiuri nella prima Sezione Tecnologica, allestita al Museo negli anni Trenta. La peschiera è la riproduzione in scala ridotta di un modello romano, presente in una villa di Formia: la struttura serviva, nell’antichità, per allevare pesci, quindi era una vasca di tipo prettamente tecnico. Il progetto di recupero, voluto dal MANN, lascerà la peschiera nella medesima posizione in cui era stata creata, considerandola “parte esterna” della rinnovata Sezione Tecnologica: suggestivi giochi d’acqua si inseriranno in un armonico contesto, disegnato con il verde per accrescere il fascino del percorso di visita. ​

Saranno circa trenta, infatti, le tipologie di alberi, arbusti e piante erbacee del Giardino: sarà predominante la candida Rosa Iceberg, che ben si armonizzerà con i colori della facciata del Braccio Nuovo; per gli eventi pomeridiani e serali, la Vanella sarà illuminata con luce calda, diffusa da lampade in acciaio corten.

Dopo una proiezione nel prossimo futuro, il MANN dedicherà anche un post (sabato, ore 12) agli studi che, negli scorsi anni, hanno guidato il restyling dei Giardini delle Camelie e delle Fontane.

Un’incursione nei nuovi allestimenti delle collezioni del Museo concluderà questo itinerario social dedicato alla ricerca: sabato 28 novembre (ore 20) saranno postate alcune immagini fornite dall’Istituto di Studi sul Mediterraneo-ISMed CNR di Napoli dedicate alle attività di diagnostica sulla Quadriga di Ercolano.
Il gruppo scultoreo in bronzo (età imperiale), che sarà inserito (giugno 2021) nel nuovo allestimento della Sezione Campania Romana, era collocato nel Foro della città vesuviana.

Durante gli scavi in età borbonica, l’opera fu estratta in frammenti: ricostruito un cavallo (il celebre “cavallo Mazzocchi”), il resto del gruppo deve essere sottoposto a restauro, dopo la ricerca realizzata grazie alle più innovative metodologie di rilevamento digitale dei singoli pezzi ed alle possibilità offerte dalla grafica 3D.