ILVA DI TARANTO: MAXI CONDANNE AL PROCESSO AMBIENTE SVENDUTO

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Una sentenza, quella del processo Ambiente Svenduto, che condanna l’operato dei fratelli Riva, proprietari dell’Ilva di Taranto e i suoi vertici

Oltre a diversi politici e uomini delle istituzioni. Dell’area a caldo dell’impianto tarantino è stato ordinato il sequestro.
Fabio Riva è stato condannato a 22 anni di reclusione, a 20 il fratello Nicola, mentre al responsabile delle relazioni istituzionali Girolamo Archinà e al direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso, sono stati inflitti rispettivamente 21 anni e 6 mesi e 21 anni. L’ex governatore Nichi Vendola, accusato di concussione aggravata in concorso, ha ricevuto una condanna a 3 anni e mezzo.
Un processo che ha riguardato l’inquinamento prodotto dallo stabilimento di Taranto e i danni pluridecennali sulla salute della popolazione. Le condanne per associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale arrivano al termine di lunghe battaglie di comitati cittadini ed alcuni esponenti politici. Una lotta che ha dato la priorità alla salute e al futuro dei cittadini, piuttosto che al lavoro e alle questioni produttive, che pure hanno la loro importanza.
Ora questa sentenza riconosce una verità giudiziaria per quello che l’Ilva ha fatto a Taranto, mentre si cerca ancora di scrivere il futuro per ”l’acciaieria più grande d’Europa”. Prima della decisione giudiziaria, la salute dei cittadini andava tutelata dalla politica, che ha questo tra i suoi compiti primari.

Sabrina Pignedoli