In una manovra in cui c’erano da trovare 23 miliardi in poche settimane per scongiurare l’aumento dell’Iva

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In una manovra in cui c’erano da trovare 23 miliardi in poche settimane per scongiurare l’aumento dell’Iva, che avrebbe significato un balzello da circa 600 euro a famiglia, in cui si è riusciti ad aumentare di 2 miliardi il fondo sanitario dopo anni di tagli e ad abolire il superticket sulle ricette mediche, in cui si è riusciti a mantenere il reddito di cittadinanza , una misura di civiltà che ci mette in linea con i paesi europei e a non toccare Quota 100, se ogni ministro si fosse messo a pretendere miliardi per le proprie materie in una sola manovra finanziaria, minacciando dimissioni, oggi forse non avremmo più un governo. Scegliere di servire il proprio Paese non vuol dire fare i capricci, né scrivere letterine di Natale per un po’ di notorietà. Vuol dire lavorare a testa bassa perché quei risultati che non si possono garantire oggi, li si possa con certezza garantire domani. Vuol dire darsi da fare senza arrendersi per restituire normalità a un Paese che abbiamo ereditato in macerie. Vuol dire non mettersi dall’alto di un piedistallo a giudicare, ma sporcarsi le mani insieme alla squadra di cui si è parte per fare di più, sempre di più. Di presuntuosi con la bacchetta in mano in cerca di notorietà non abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di gente umile, capace di lavorare pazientemente e senza arrendersi. E i risultati arriveranno. Pure i 3 miliardi per la scuola!