Inflazione USA ed Europa

0
128
usacina

Un fattore supportivo per i mercati è costituito dal fatto che alla BCE si stia pensando ad un nuovo programma di acquisto titoli, da sostituire al PEPP alla sua scadenza a marzo, che sostanzialmente sganci gli acquisti dalla Capital Key, in modo da poter concentrarsi sui paesi più bisognosi, e quindi frenare eventuali fenomeni di “frammentazione” delle condizioni finanziarie all’interno dell’Eurozona

Una cosa impensabile fino a qualche anno fa, dove si pretendeva sempre maggior rigore fiscale. Inoltre, la Lagarde, per allontanare timori di inasprimento della politica monetaria (deleteria come dicevamo di fronte a inflazione da costi) continua poi a sostenere la tesi della temporaneità dell’inflazione, tesi tutta da verificare: con la Cina che sta affrontando una crisi energetica, le scorte di gas europee ben sotto la media stagionale (e l’inverno è alle porte) e la rigidità dell’offerta, i costi dell’energia potrebbero impiegare più tempo del previsto a rientrare.

L’inflazione invece uscita negli USA si conferma su livelli elevatissimi, pari al 5.4% a/a per il dato headline a al 4% per quello core. L’effetto sulle curve tassi (in particolare USA) è stato controintuitivo ma rispondente a un disegno abbastanza preciso, dato che la curva si è appiattita in scia alla salita dei tassi a breve e alla discesa di quelli sul tratto oltre i 5 anni. La discesa dei tassi nominali è corrisposta poi alla risalita dei breakeven inflation, cosa che vuol dire che i rendimenti reali sono addirittura calati.

Che interpretazione dare al movimento? Che i mercati stanno ipotizzando una fase prolungata di inflazione elevata, che costringe la Fed ad accelerare i tempi di intervento (e frenare le attese di inflazione di medio periodo). Una Fed più hawkish quindi vuol dire a cascata un impatto più marcato sulla crescita di lungo periodo e da qui derivano i tassi più bassi. A ciò si aggiunga un posizionamento molto scarico degli investitori sul treasury e la ricostruzione delle posizioni ha finito per amplificare l’arresto nella salita se non la discesa stessa dei rendimenti (da qualche giorno stabili).